Il Console Austro-Ungarico in chiesa 151 esempio. Da Jules Pavre — per non risalire più in là della Terza Repubblica — fino a Gombes, tutti i ministri francesi, compresi gli anticlericali più spinti, hanno mostrato di sapere quale valore abbia al di là dei confini l’accordo, la collaborazione, l’aiuto delle loro Missioni Religiose, che perciò hanno sempre protetto e sostenuto, ed alle quali le Autorità Diplomatiche e Consolari hanno avuto sempre ordine di usare tutte le possibili deferenze. Anche nelle forme esteriori questa devozione del clero cattolico all’Austria assume forme, le quali giustamente feriscono il sentimento albanese, e non lasciano possibile il dubbio sugli scopi a cui mira la politica austriaca in Albania. Nella Chiesa di Vallona il Console d’Austria ha un posto privilegiato. Il rappresentante di S. M. il Re d’Italia può sedere, se vuole, su una panca isolata, quando come capiti, quando ero a Vallona, e messa gentilmente a sua disposizione da un curato, che per eccezione era un napoletano. Ma il rappresentante dell’impero Austro-Ungari-co ha sempre una bella poltrona dorata con dinnanzi un inginocchiatoio ricoperto di velluto. Non solo. Ma fino a sette od otto anni fa il curato anche se suddito italiano, era obbligato a dire : pregate prò Rege e lmperator nostro! come si diceva nelle scuole. Notate che i fedeli non sono certo sudditi dell’imperatore, poiché la colonia austriaca si componeva in tutto e per tutto di tre persone. Erano quindi o albanesi cattolici, e in tal caso sudditi del Sultano, o italiani. Meno male che in seguito a quel-