Le colonie albanesi in Italia 29 l’islamismo, come accadde nella Bosnia e questo popolo, che era stato con Scanderbeg il baluardo della cristianità contro i sultani, diede poscia per due o tre secoli i suoi migliori soldati al Sultano nelle guerre contro l’Europa. Del resto anche le tribù rimaste cattoliche, come, per l’appunto quella dei Mirditi, combatterono sempre a fianco degli ottomani, e furono considerate, come i soldati usciti vanni e Ferdinando; e quindi fu tolta in moglie da Pie-trantonio Sanseverino principe di Bisignano, che al suo principato aggiunse così anche il ducato di San Pietro. Anseimo Lorecchio, in una pubblicazione di qualche anno fa intitolata II pensiero politico albanese in rapporto agli interessi italiani, pubblicazione assai interessante per la quantità di documenti relativi alla questione albanese, che non erano mai stati prima d’ora riuniti, e alcuni dei quali nemmeno mai pubblicati, stabilisce con esattezza le date delle varie trasmigrazioni dalle quali ebbero origine le attuali colonie o comuni albanesi in Italia. La prima è quella del 1416 quando, come si è accennato, venne per aiutare Alfonso I ; la seconda avvenne nel 1464 quando un nipote di Scanderbeg fu chiamato in Italia da Ferdinando d’Aragona; la terza che fu la più numerosa e la più importante di tutte fu quella che ebbe principio nel 1468, dopo la morte di Scanderbeg. Altre di minore importanza seguirono nel 1534, nel 1647 e nel 1744. La provincia nella quale è maggiore il numero di queste colonie, diventate oggi dei comuni o delle frazioni di comune, è quella di Cosenza, dove sono più di una trentina: vengono in seguito le provincie di Lecce, di Potenza, di Campobasso, di Catanzaro, di Foggia e di Teramo. Alcuni comuni albanesi vi sono altresì in Sicilia, come quelli di Palazzo Adriano e di Piana dei Greci nella provincia di Palermo, e qualche altro nelle provincie di Catania e di Girgenti.