Panslavismo e Pangermanismo 47 Pomerania (1) e non si prevedeva potesse essere così rapida la marcia del pangermanismo nell’Oriente Europeo, per cui, oggi, anziché temere questa espansione slava sotto l’egida della Russia, l’Italia con altre nazioni ha accolto, e assecondato, l’iniziativa di quella ferrovia slavo-latina dal Danubio all’Adriatico, destinata ad avvicinare le due grandi stirpi, e, fino ad un certo punto, a sbarrare — o, per lo meno, a controbilanciare — la marcia e l’invadere del pangermanismo. Ma, come è noto, quando i plenipotenziari europei si presentarono al Congresso, in massima, erano già stabilite le deliberazioni che vi si dovevano prendere. Vi erano già troppe questioni sul tappeto, perchè si potesse occupare anche di questa dell’Albania che avrebbe vieppiù complicate tutte le altre. D’altra parte, malgrado tutte le accuse contenute nel memorandum contro la Turchia, non era meno vero per questo, che gli albanesi anche in quell’ultima guerra, come sempre, avevano combattuto a fianco del turco. Erano stati dei nemici —- e dei vinti insieme a tutta la Turchia. E nel Trattato l’Albania non fu nemmeno nominata! Non solo, ma parecchi distretti popolati da alba- * nesi, come Antivari e Podgoritza, furono ceduti al Montenegro. Fu per l’appunto, quando in Albania si ebbe sentore di tali mutilazioni, concertate dalle Potenze, che incominciò il movimento nazio- (1) Tutta la Penisola Balcanica — diceva — per me, non vale le ossa di un granatiere di Pomerania.