144 VALI.ONA E IL SUO GOLFO lasciano di intentato onde guadagnare aderenze e simpatie allo Stato che rappresentano. Naturalmente avviene che talvolta questa eccessiva e costante attività raggiunga l’effetto opposto o crei addirittura gravi difficoltà, come accadde per la grossa questione dei cattolici di Pritzrend; ma, in tal caso, sanno anche abilmente ripiegare, e rimandare il raggiungimento dello scopo prefìsso a momento più opportuno. A proposito di questa questione di Pritzrend, durata parecchi mesi, e per la quale i cattolici di quel paese minacciarono quasi di passare alla fede maomettana, la politica austriaca aveva proprio passato il segno. Dovette cedere anche perchè il Vaticano, il quale dapprincipio aveva confortato del suo appoggio il Governo, si accorse dei gravi pericoli a cui andava incontro insistendo nell’errore e volendo legalizzare ciò che era stata assolutamente una grande prepotenza. Pritzrend, nell’Albania settentrionale, è la sede del-l’arcidiocesi di Skopia — secondo i turchi, Uskub — perde il nome. Da anni era arcivescovo della diocesi e viveva nella casa arcivescovile annessa alla chiesa, Monsignore Pasquale Troksi, albanese di nascita, un ecclesiastico circondato dalla stima e dell’affetto di tutti. Quando un bel giorno quattro suore di Zagabria, fatte venire dal Console d’Austria d’accordo col suo Governo, occuparono una parte della casa dichiarando di voler aprirvi nuove scuole. Il Console, di fronte alle proteste dell’Arci-vescovo e del clero, promise a nome del suo Governo che avrebbe fatto costruire un’altra casa. Ma