152 VALLONA E IL SUO GOLFO le stesse rimostranze fatte per la preghiera delle scuole, anche nella preghiera fu sostituita con la parola protettore. E siccome la Chiesa è proprietà loro ed alla costruzione vi ha contribuito l’obolo dell’imperatore, non c’è nulla a che dire... Con tutto ciò, a Vallona, specialmente quando, per la prima volta dopo tanto tempo una nostra squadra ancorò in quel golfo, ufficiali e marinai vi ebbero la più festosa accoglienza. Le autorità turche, sospettose sempre, se ne erano vivamente impensierite. Erano arrivate fino a vietare di andare a bordo a visitare le nostre navi. E furono notati dalla polizia quelli che vi si recarono malgrado il divieto. Vi f» anzi in quella occasiona un incidente, diremo così, musicale. Un giorno la musica di una nave — mi pare quella del Dandolo — che era scesa a terra, quando si avviò per ritornare a bordo, fu accompagnata con grandi evviva all’Italia e al Re da parte della Colonia fino al punto di imbarco. Insieme agli italiani, vi erano naturalmente anche parecchi albanesi... Il Kaimakan — cioè il rappresentante dell’autorità politica a Vallona — protestò perchè la musica era scesa a terra... Il nostro Console gli rispose con molto spirito che si meravigliava molto di quelle sue lagnanze, mentre avrebbe dovuto ringraziarlo per aver procurato un così bel divertimento alla popolazione. E la cosa finì lì. Ma intanto la manifestazione di simpatia vi fu, calda e spontanea. Mentre verso l’Austria — malgrado tutto il denaro profuso dai suoi rappresentanti —- v’è sempre una grande diffidenza.