18 GLI ALBANESI Cordova, Guglielmo Principe d’Orange e Giovanni Hunjadi; incominciò la serie dei suoi trionfi all’età di diciotto anni comandando un esercito turco nell’A-natolia. Quando ritornò vittorioso, il Sultano Murad 10 colmò di regali e di onori —■ e fu allora che ebbe 11 soprannome di Scanderbeg. Quasi subito dopo fu mandato nuovamente in Asia alla testa di un poderoso esercito per domare dei ribelli. Ritornò come sempre vittorioso e, dopo avere ancora allargati i confini dell’impero Ottomano, fu ricevuto con solenni onori ad Adrianopoli dove risiedeva allora il Sultano. Fu in quella circostanza che il giovane condottiero affrontò coraggiosamente un gigante che, secondo gli usi dell’epoca, aveva gettato il guanto di sfida a tutti i soldati che seguivano il Sultano Murad. Era uno scita, raccontano le cronache, dalla statura colossale e la cui forza era così straordinaria che nessuno mai era riuscito a vincerlo. Egli chiedeva che i due avversari entrassero in lizza nudi armati solamente di un pugnale e in uno spazio ristretto. Dei turchi che circondavano il Sultano nessuno volle accettare lo strano e feroce duello, malgrado le promesse sue di larga ricompensa. Tutti rimanevano muti manifestando il loro disprezzo, mentre lo scita, inorgoglito del terrore che credeva di ispirare, raddoppiava gli insulti, quando Scanderbeg, sdegnato per tali rodomontate, si avanza nell’arena, si precipita sul terribile avversario, afferra con la sinistra il braccio dello scita che col pugnale alzato era pronto per colpirlo, e gli caccia il suo nella gola. Un urlo di ammirazione