— 77 — vano il tentativo di sorpresa. Avuta intanto notizia che i soccorsi richiesti al re Alfonso erano sbarcati a Durazzo, Scanderbeg lasciò un suo luogotenente con buon nerbo di truppa a tener bloccata Sfetigrad ed egli si recò rapidamente col resto dell’esercito ad investire la piazza forte di Berat, o Beligrad stata occupata, come Sfetigrad, dalle truppe turche al tempo «Iella spedizione di Anatraci. Si era ai primi giorni d’aprile, e Maometto II, tutto intento allora all’espugnazione di Costantinopoli, informato del pericolo che correva Beligrad, inviò in soccorso della minacciata ed importante fortezza un esercito di circa 30 mila uomini; Sabelias-Pascià, che lo comandava, marciò con tanta celerità che giunse quasi improvviso presso la piazza assediata, e dopo un’accanita battaglia costrinse Scanderbeg a ritirarsi abbandonando quasi tutte le artiglierie (1). Fu questo un momento difficile per Scanderbeg e (1) Nemmeno per questo importantissimo periodo di operazioni di guerra gli autori citati danno indicazioni sulle marcie dei due eserciti e sulle linee d'operazione da essi seguite; ritengo cosa utile fissarle in qualche modo basandomi sui criteri gtò da me segniti per gli altri casi consimili. Scanderbeg partito da Dibra aita per recarsi a Beligrad avià prubabilinente colle sue truppe segnito due vie: una parte per Ustnrga scese a Kncnsa nella media valle dello Sgombi e di qui, per un passo montano attraverso al contrafforte dei monti Diurad, si portò su Grabavit, da cui per Kluka marciò su Beligrad ; un’altra parte, e forse collo stesso Scanderbeg, ripassò nella valle del Kismo o di Croja e per Tirana ed il passo di Petrella scese su Dnrazzo, ove si riuni ai rinforzi giunti dal