— 78 — pareva che la sua stella impallidisse e fosse per tramontare, perchè alla grave sua sconfìtta s’aggiunse la defezione di due de’ suoi migliori Luogotenenti, cioè Moyse ed Amesio, i quali lo abbandonarono e si recarono ad offrire i loro servigi al Sultano. Ma dalla difficile situazione egli seppe uscire quasi più forte di prima, assecondato in ciò dal patriottismo delle popolazioni albanesi e da favorevoli circostanze creategli dallo stesso nemico, giacché Sabelias-I’ascià non seppe o non potè raccogliere i frutti della sua vittoria di Beligrad, ed appena liberata la fortezza e rinforzatone il presidio uscì dall’Albania ed andò a raggiungere il Sultano intento a maggiori imprese. Espugnata Costantinopoli (29 maggio 1453), Maometto II ne fece la capitale del suo impero, ed a questo rivolse in quei momenti tutte le sue cure per assodarne la potenza; non dimenticò però Scanderbeg e la ribelle Albania contro cui spedì nell’anno stesso un esercito di circa 15 mila uomini comandato dall’albanese Moyse, il quale, tentando di scendere nella valle del Drin nero, fu completamente sconfitto prima ancora di raggiungere Dibra alta. Egual sorte toccò nella primavera del successivo anno 1454 ad un altro regno di Napoli e con questi prosegui su Beligrad per la buona strada Durazzo-Ianina. Sabelias-PasciA partito da Monastir scesce nell’alta valle dello Sgombi e da essa, per Plia e Koridsche, in quella dell'Ergent a Voscopolis e prosegnendo nella vallata stessa per Bussali, Pi-risniak e Kusovitza giunse quasi improvviso a Beligrad.