— 65 — teneva anzi come certo che essa non sarebbe stata espugnata; tuttavia per aiutarne la difesa egli andò ad accampare con poche migliaia di soldati in vicini luoghi alpestri e boschivi, da cui tratto tratto esciva per destar l’allarme nel campo nemico e sturbare le operazioni d’espugnazione. L’assedio di Sfetigrad durò due mesi e mezzo, cioè dal 14 maggio fino alla fine di luglio 1449; troppo lungo sarebbe il narrare gli episodi e i fatti d’armi svoltisi attorno a questa città fortificata. Invano i Turchi tentarono contro essa diversi assalti, vennero sempre respinti con gravi perdite. L’esercito turco si logorava invano contro questa fortezza e forse sarebbe stato obbligato a levare il campo, se i difensori non fossero stati costretti ad arrendersi per causa di un traditore che seppe opportunamente valersi di una loro superstizione, riguardo alla purezza dell'acqua di cui essi si servivano, rendendo loro impossibile usarla ancora; il presidio capitolò, usci dalla piazza cogli onori delle armi ed andò e raggiungere Scanderbeg che campeggiava non molto lontano. Occupata Sfetigrad (1) e munitala di forte presidio, (l) Il Biemini dice che Amarai portò all'assedio di Sfetigrad una numerosa artiglieria, fra cui erano degni di nota alcuni pezzi di grosso calibro e di Innga portata. Non vi è dubbio che i Turchi fossero già allora provvisti, più delle altre nazioni, di potenti artiglierie da assedio; ma le difficoltà di trainarle erano grandissime in causa specialmente del'o stato rudimentale degli affusti; se a ciò aggiungesi le difficoltà delle stra'e, in gran parte mu- 5 — CuNiHBRTi. VAlbania.