— 25 — che le cure di governo sarebbero state superiori alle sue forze. L’offerta dell’uno ed il rifiuto dell’altro avevano tutte le parvenze di sincerità, ma entrambi reciprocamente diffidarono: Amurad si convinse che Scanderbeg celava sotto un’apparente modestia un’ambizione grandissima: il patito disinganno e la cruda offesa raffermarono maggiormente nello animo del giovane Albanese il fermo proposito di riconquistare i domimi paterni e rendere indipendente l’Albania. In seguito a questi avvenimenti, molti dei principali Capi Albanesi erano passati al servizio della Turchia, ma non avevano dimenticata la patria loro e, come Scanderbeg, anelavano di ricondurla a libertà ed indipendenza; meno prudenti però e meno astuti di questo, non facevano mistero dei loro desiderii e dei loro propositi, ond’è che molti di essi pagarono con la vita il loro incauto procedere: quelli scampati al pericolo seguirono l’esempio di dissimulazione loro dato da Scanderbeg e solo quando avevano l’occasione d’avvicinario gli palesavano il loro fermo proposito di seguirlo nel tentativo di chiamare alle armi ed a libertà i loro fratelli Albanesi, dei quali essi assicuravano fin d’allora la generale ed unanime volontà nel proclamare Scanderbeg a loro capo. Sorrideva a questi l’idea dell’ardita impresa, ma fermo nel suo proposito di non svelarsi finché un’occasione favorevole non si fosse presentata, e temendo sempre di risvegliare le assopite diffidenze del Sul-