— 52 — (levano costituire per combattere uniti la potenza musulmana. Nell’Albania l’autorità di Scanderbeg era ormai incontestata, il suo potere riaffermato, tanto che egli avrebbe potuto senza contrasti proclamarsi Sovrano, se a tal dignità suprema avesse aspirato; fra i Turchi, alla corte stessa del Sultano in Adrianopoli, il suo nome si era fatto gigante ed incuteva in tutti rispetto; e se l’invidia impediva d’ammirarlo, la tema del potente suo braccio faceva ammutolire quelli che dapprincipio lo avevano deriso come un pazzo ribelle. VII. All’annuncio di questa terza sconfitta delle sue armi, il sultano Amurad II ammutolì, nè si scosse alle ripetute e vive insistenze dei suoi consiglieri che lo esortavano ad inviare prontamente contro Scanderbeg un altro esercito più forte ed agguerrito, dimostrandogli che, senza una pronta riscossa ed esemplare castigo dei ribelli, il prestigio della potenza musulmana sarebbe stato completamente perduto in tutta la vasta regione dell’Albania e della Macedonia, rimanendo quest’ultima totalmente esposta alle frequenti scorrerie degli Albauesi. Stanco ed affranto dalle lunghe lotte sostenute, Amurad II aveva già maturata nella mente sua l’idea di abdicare al trono e ritirarsi in un monastero a -vita quieta e raccolta, e tal decisione