— 51 — andava avvicinandosi nascostamente con alcune migliaia dei suoi al nemico, favorito in ciò dalle accidentalità del terreno e dalle fitte boscaglie da cui era coperto; informato che buona parte delle truppe turche era stata inviata sulle loro retrovie per assicurare gli approvigionamenti, egli colse tal circostanza per assalire di notte tempo il campo turco, a cui si era intanto approssimato con rapida marcia; l’assalto impreveduto gettò la confusione fra le truppe turche, le quali, dopo un accanito, sanguinoso e disordinato combattimento furono costrette a cedere le armi; Mu-stafà-Pascià riuscì a salvarsi e fuggire con pochi dei suoi e, raccolte le truppe, che aveva inviato pochi giorni prima ad assicurare le retrovie, potè con esse rientrare nel territorio turco inseguito senza posa dagli Albanesi fino al confine. Questa terza vittoria, riportata nella primavera del 1446, fu feconda di risultati grandissimi; la fama di Scanderbeg corse lontano e, mentre dal Papa veniva salutato come primo forte campione della Cristianità, i Capi degli Stati, che col Turco erano sempre in lotta, ammiravano in lui la prontezza nel concepire e mandare ad effetto le sue risoluzioni, il vigore spiegato nell’esecuzione, le saggie disposizioni nel dirigere le operazioni di guerra, il valore personale eccezionalissimo, tutte le qualità insomma che concorrono a costituire un grande capitano e valente guerriero ; e per comune consenso veniva designato come futuro Capo degli eserciti della lega che gli Stati cristiani inten-