— 125 — una buona finanza l’esistenza, tenendo convenientemente preparate le une e le altre, la nostra diplomazia potrà in avvenire spiegare, con tal appoggio, una politica più energica e risoluta, quale avrebbe dovuto essere appunto negli avvenimenti da poco tempo svoltisi con nostro danno nel Mediterraneo, in cui, è da sperarsi, l’Italia riuscirà a riprendere quella supremazia che per la sua postura giustamente le spetta. Ed ora che, alla questione generale di questo mare, viene ad aggiungersi quella particolare dell’Adriatico, conviene dedicare a questa con fermezza l’opera della diplomazia nostra, prima che venga pregiudicata da avvenimenti inattesi, che da un giorno altro potrebbero manifestarsi; e tale questione consiste tutta nell’avvenire che sarà riserbato all’Albania quando essa cesserà di far parte dell’impero turco. Si può ammettere in tal caso una rettificazione di confini in favore del Montenegro e della Grecia, ma non permettere che l’Albania venga annessa all’uno o dall’altro di questi due Stati, nè tampoco che essa cada nelle mani dell’Austria; se l’Albania non potrà costituirsi e reggersi in Principato indipendente, se un’occupazione di essa, anche al solo titolo per cui l’Austria tiene ora occupate la Bosnia e l’Erzegovina, si rendesse necessaria, una tale occupazione deve essere affidata all’Italia come quella Potenza, a cui è legata da maggiori vincoli l’Albania, ed affinchè sia mantenuto nel mar Adriatico un giusto equilibrio fra le due grandi Potenze che con esso confinano.