- so — grado; e 1 Albania tutta esultò quando si seppe che invano egli aveva tentato di espugnare quella grande fortezza e che anzi sotto a quelle mura aveva, nei giorni 21 e 22 luglio, subito una memoranda e completa sconfitta (1). La grave disfatta arrestò la marcia conquistatrice del superbo Sultano e lo obbligò a rientrare in Costantinopoli per porre riparo alle conseguenze per lui funeste che essa avrebbe potuto apportare se, come Scanderbeg sperava ed attendevasi, i Principi cristiani si fossero in tempo uniti per raccogliere i frutti di cosi segnalata vittoria; ma ciò non avvenne, e la Potenza musulmana, così fortemente scossa in Europa, fu salvata da estrema mina dalla discordia, dalla gelosia e dall’invidia manifestatesi fra i suoi nemici. E Maometto II, da abile uomo di Stato, seppe approfittare di tali circostanze per lui favorevoli, e con pronte ed opportune concessioni abbonì i suoi due nemici più temuti, Unniade e Scanderbeg; a quello lasciò il Danubio libero ed incontestato, a questo offrì una tregua di dieci anni, con promessa di riconoscerlo So- ft) Belgrado fu in quella circostanza difesa da Unniade colle truppe ungheresi, coadiuvate da un nucleo di Crociati capitanati da Giovanni di Capistrano; l'assalto dato dai Turchi alla città durò quasi due giorni e fu sul finir del secondo che i difensori, uscendo dalle breccie stesse aperte dai Turchi nelle mura, pre. sero nn’ardiia offensiva e costrìnsero a disastrosa rii irata Maometto II che, oltre ad una perdita di circa 25 mila uomini, dovette abbandonare nelle mani del nemico tutte le sue artiglierie e la flottiglia che aveva sul Danubio