— 103 — Il risultato adunque di questa prima spedizione di Maometto II in Albania fu per lui una completa delusione non solo, ma aucora un vero danno materiale e morale ; la morte di Ballaban-Vader Pascià, il migliore fra tutti i suoi generali, e la ritirata disastrosa dell’esercito già da lui comandato, lo impressionarono talmente che vide compromesso dall’insuccesso della malaugurata impresa il prestigio e l’onore delle sue anni. Ond’è che si fece in lui più ardente il desiderio di vendicare su Scanderbeg e l’Albania la patita sconfitta, ed ordinò che un numeroso ed agguerrito esercito si preparasse all’uopo; ma la cruda stagione, la necessità di dare maggior impulso alla guerra contro Venezia per l’occupazione della Morea, la ribellione non ancora totalmente domata del Principe di Cara-mania, le minaccie continue di nuove ostilità da parte dell’Ungheria, lo indussero a ritardare alquanto la progettata spedizione contro l'astuto ribelle (così egli chiamava Scanderbeg) che osava stare in armi contro la potenza musulmana. A Scanderbeg erano noti i progetti ed i proposit di Maometto II, e perciò nell’inverno 1465-66 tutto preparò e predispose per l’imminente campagna di guerra; approvvigionò le piazze forti, pose in esse fidati presidii, aumentò le difese attorno a Croja, in coraggiò le popolazioni alla resistenza, riaffermò i legami d’amicizia e d’alleanza cogli altri Principi albanesi e colla Repubblica di Venezia, dispose per la radunata del piccolo esercito che, da lui comandato,