— 178 — Bitòlia 30 Ottobre 1884. Esprime una gioia sincera e profonda avendo sentito che il P. Pasi fu nominato Rettore. Scrive poi alcune notizie sull’opera dei PP. Lazzaristi a Monastir. Si trovano in quella città da più di venti anni e vi tengono una scuola in lingua francese dove gli scolari pagano 30 piastre al mese: allora erano venti di numero. Hanno una cappella dove si radunano le 10 famiglie cattoliche armene (sic) del luogo. Predicano raramente; una diecina di volte all’anno in italiano, lingua poco conosciuta dai Lazzaristi stessi e dal pubblico (sic). La loro missione si limita solo alla città. Nella Macedonia non ci sono che essi che tengono casa a Monastìr e a Salonicco. Han convertito dei preti valacchi e bulgari i quali riconoscono la supremazia del Papa ma conservano il loro rito. Lo scopo principale per cui i Valacchi vorrebbero i Gesuiti sarebbe di affievolire il Clero Greco di Costantinopoli loro acerrimo nemico. Un tale antagonismo dovrebbe aprire la porta al Cattolicismo. I Lazzaristi non si sono insinuati nel popolo va-lacco, e il Ciulli pensa che sono inoperosi. Egli perciò insiste vhe vengano i Gesuiti che sarebbero un valido aiuto della nazione valacca e della religione. Se i Protestanti stessi han potuto farvi dei seguaci come non ne farebbero i Gesuiti? Non lascino perire un popolo come i Valacchi in cui circola sangue romano. Nota. — È una disgrazia che non si possiede la risposta del P. Pasi a questa lettera. Evidentemente i giudizi che fa il Ciulli sui PP. Lazzaristi si devon prendere come ispirati dal fatto che essi trascurassero la nazione valacca, e però le lettere che seguiranno non mostreranno molta simpatia per quei Padri dei quali non è certo a credere che fossero tanto inoperosi dal momento che erano pure riusciti a far qualche conversione in mezzo al clero ortodosso. Si vede che il Ciulli comincia a lasciarsi intorbidare le idee dalle sue preoccupazioni politiche; vorrebbe i Gesuiti perchè ha osservato a Scutari quel che avevano comin-