— 27 — stituita dalle sole tre bandiere di Oroshi, Spaci e Kuslmèni ; le si aggiunse Fandi; acquistò più tardi Dibrri, e in tutto il P. Fasi crede che al suo tempo contasse una popolazione di circa 25.000 abitanti. Fino all’anno 1888 tutto andò bene, ma allora dopo i moti d’insurrezione che minacciavano l’alto dominio della Porta, quasi volendo favorire le mire slave, ma in fondo per scuotere il giogo di un padrone detestato, anche il principe dei Mirditi, Prenk Bid Doda, o Prenk Pasha, come si chiamava (il titolo di Pashà l’aveva avuto suo padre Bib Doda), fu catturato per inganno, e spedito in esilio a Costamuni nell’Asia Minore. In suo luogo il Governo Ottomano mise un kajmakàm che abilmente scelse dalla stessa famiglia, e fu Marka Gjoni. Manteneva poi al suo soldo alcuni dei Capi come suoi rappresentanti. Questo è purtroppo, specialmente in popolazioni poverissime che non possono vivere dei loro troppo scarsi prodotti e che nessuno aiuta e per di più si trovano in condizioni socialmente precarie per cui può mancar loro da un momento all’altro il terreno sotto i piedi, un mezzo infallibile per corrompere e dominare. Il terreno è scarso e generalmente sterile; anzi dove non c’è nè acqua nè concimi non produce affatto nulla, e parte della popolazione se non vuol morir di fame deve ricorrere al furto o emigrare. Siamo sempre al divide et impera, rovina dell’Albania. Il furto naturalmente è fatto con l’arte e con la violenza. In generale per lo meno il furto organizzato non si fa tra compaesani, ma si discende al piano. Il giuramento che si suol fare in primavera (beja e katundit) fra i capi delle famiglie di un certo numero di villaggi che fan lega di volersi rispettare tra loro nei beni che posseggono, impediscono il furto tra vicini, poiché per questi montanari è fortissima la religione del giuramento, e uno piuttosto che giurare il falso restituisce immediatamente la roba rubata. Alle volte il ladro s’incarica egli stesso di far sapere al padrone dove sta la roba rubata, e gli promette che gli verrà restituita purché sborsi una determinata somma, che possono essere i due terzi o i tre quarti della roba tolta. In tal caso il ladro conserva il grido di persona abile e forte, e insieme ritiene di aver salvata la propria coscienza.