— 89 — Alessio abbiamo accennato al documento pontificio secondo il quale non ci sarebbero esistiti nella curia di Roma prove di una giurisdizione metropolitana di Durazzo, riconosciuta, sulle chiese dell’Albania settentrionale. La questione giuridica, insomma, mi parrebbe doversi risolvere nel senso che Durazzo non sia mai stata riconosciuta da Roma qual chiesa metropolitana sopra le chiese al nord del fiume Drino. Quel che abbiano fatto o voluto fare gl’imperatori bizantini, è altra cosa. Sappiamo che essi disponevano a loro capriccio dei titoli giuridici delle Chiese, come quando, per es., Basilio II nel 1019 allargava la giurisdizione di Ocrida ai danni di quella di Durazzo. D’altra parte se Antivari e Ragusa reclamarono dei diritti dovette esserci almeno qualche appiglio nella tradizione storica, per cui queste sedi si riconoscevano debitrici dei loro titoli non a rivendicazione fatta sopra supposte usurpazioni di Durazzo, ma sopra una legittima eredità. Nè i sommi pontefici per risolvere una lite terribile fra Antivari e Ragusa hanno mai tagliato il nodo gordiano riferendosi ai diritti reali di un terzo, che sarebbe stato il metropolita di Durazzo. Del resto si può ammettere benissimo che la Curia di Roma in quei tempi oscuri e burrascosi, non doveva essere molto in chiaro delle cose che riguardavano le chiese di questo ingrovigliato oriente. Con l’aprirsi dell’epoca ottomana in Albania, l’archidiocesi di Durazzo andò soggetta alle dure prove del fanatismo turco più di qualunque altra. Durante quasi un secolo e mezzo i vescovi non ci poterono risiedere. Primo a poterlo fare fu Mgr. Marco Skura nativo di Kruja, francescano, che ci fu trasferito nel 1640 dalla Sede della diocesi di Arbanum. Mgr. Bizzi aveva potuto visitare anche parte di queU’archidiocesi in mezzo a grandi pericoli, e a terribili opposizioni da parte di alcuni parroci di quei luoghi. Anche Mgr. Skura fece la visita dell'Archi-diocesi, ecco il ritratto che ne mandò a Propaganda. «La chiesa cattedrale fu distrutta interamente dai Turchi; la città di Durazzo presenta ora l’aspetto di una piccola città posta sul mare. Attestano i Turchi, che si son viste spesso delle luci e sentito il suono di campane di bronzo, dove un tempo stava quella chiesa. In città non v’era nessun sacerdote, nè Canonici, anzi neppur cristiani, de’ quali ce n’era una sessantina