— 76 — gjytèt). Erano le strade della formidabile potenza di Roma che anche fra gl’Illiri seppe essere larga e generosa con chi si sottometteva, e abbattere inesorabilmente chi con la violenza e col tradimento si ribellava. E agl’imperatori diedero molo filo da torcere gli antichi abitatori dell’illirico: in fondo, chi aveva ragione, e chi aveva torto? ! Durazzo non fu sempre sulla punta sud-est dell’odierno promontorio. Al tempo dei Greci doveva stendersi piuttosto sul lato nord che discende verso la laguna e occupare tutto il piano che c’è di mezzo. Le fortificazioni dovevano cominciare da quella parte che era la più vulnerabile, e l’acropoli sorgere sopra la collina a oriente di Stan. Cesare quando volle prendere di sorpresa la città si spinse fino al punto più stretto dell’istmo dov’era la porta e il tempio di Artemide e vi trovò immediata resistenza, così che minacciato anche alle spalle dovette ritirarsi, e non riuscì a snidare dal territorio di Durazzo il suo avversario. La città dovette a mano a mano spostarsi verso sud-ovest costretta dall’inalzarsi della laguna a motivo del progressivo insabbiamento. Ciò potè anche essere effetto dei terremoti catastrofici che di tempo in tempo hanno visitato la città : al tempo di Cicerone, e nel 345 o 346 d. C., per non dire di quelli che seguirono più tardi. Dobbiamo all’imperatore Anastasio (491-518) nativo di Durazzo le opere di difesa che servirono di base alle fortificazioni medioevali con cui la città si venne sempre più stringendo intorno alle colline. Egli volle con ciò riparare ai danni fatti dai Goti e dal terremoto; se non che sotto il suo successore, questo tremendo nemico della città la scosse ancora dalle fondamenta. Così certi quartieri romani e greci rimasero fuor della cinta e Anna Commena ha notato che Roberto Guiscardo nel 1081 s’era accampato fra le ruine di antiche case a nord delle mura bizantine. Della città greca e romana non ci sono rimaste che scarse reliquie e s’è potuto trovare le tracce di un solo edificio, che dovette essere un tempio. La estrema linea di difesa era una muraglia lunga 200 metri e larga uno, fatta di bei mattoni bizantini, a 7 km. dalla città sulla strada di Capo Pali. Nel 1.592 quando vollero i Veneziani mettere Durazzo in straordinarie condizioni di difesa contro la minaccia turca, per ripetute