— 214 — zione dei giovani gesuiti agli studi di laurea nelle università dello Stato, e a Padova accanto al pensionato promosse la scuola di religione che doveva dare mirabili frutti in conformità alle esigenze dei tempi. Ci tengo a notare questo perchè non si pensi che egli perchè missionario di una delle regioni allora più primitive dell’Europa, non fosse capace di saper comprendere quel che esigevano i tempi. Del resto una grande larghezza di idee egli dimostrò sempre anche nel suo apostolato. La Provvidenza volle il P. Pasi nel posto di Provinciale, e certo a traverso la rettitudine di quell’uomo ottenne lo scopo per cui l’aveva messo. Nel piano provvidenziale anche il difetto serve a qualche cosa di ben definito tanto più quando il difetto è naturale e non libero. Fu il caso del P. Pasi. I cambiamenti avvenuti di case e di persone ebbero uno scopo preciso, e quello stesso che forse potrebbe a altri dar motivo di critiche o di rimpianti può essere stato lo scopo della Provvidenza di Dio, per es. la dispersione degli scolastici, ciò che non sarebbe avvenuto se fossero rimasti nel Collegio Vida. Ma noi non possiamo inoltrarci in questo tema, poiché ciò che è provvidenziale non riguarda il particolare e il temporaneo se non nella trama del disegno universale ed eterno. (1) I. avvenire del Collegio Leone XIII. di Milano mostrerà probabilmente che la chiusura del Vida fu provvidenziale.