— 313 — Il giovine mi dice che trova delle grandi difficoltà per venire a Scutari, mentre è riuscito di trovar modo per recarsi a Salonicco. Ora domanda se da lì egli potrebbe compiere i suoi intenti. Lo consigli Lei che deve fare giunto a Salonicco, dove recarsi, a chi rivolgersi e come. Egli è pronto per la partenza se fa duopo appena ricevuta la risposta da Lei. Nell’idtima mia lettera Le feci le riflessioni sui matrimoni poiché io mi ritrovo ora alla vigilia di abbracciare lo Stato Coniugale. Mio padre, fatta la Pasqua parte da Scutari appositamente per celebrar qui le mie nozze. Ma però io ho il cuore sì agitato che non saprei come spiegarglielo. Parmi di compiere un grande Atto; tremo quando più ci penso, temo di fallare di non incontrare qualche compagna che non mi convenisse e simili. Voglia il Signore illuminarmi e facciasi la sua volontà! Ho piacere che i Valacchi possono aver la fortuna di essere ben visti non solo ma anche soccorsi dalla S. Sede e della propaganda. Come pure tratammo altre volte questo punto ripeto ed insisto che qui conviene che sieno mandati dei coltivatori o missionari della Loro Compagnia. Ho tuttodì il desiderio anzi la brama di recarmi a Roma a proposito e di incominciare il moto. Come le scriveva anche il nostro ispettore è del medesimo avviso e che anzi mi propose di fare quanto penso ma che essendo preoccupato con altre più urgenti e pressanti affari, non dispone di mezzi pecuniari e se qualora io disponessi dei fondi necessari egli mi darebbe tutto il concorso morale. Stando così pure al presente lo stato delle cose per certe circostanze improvviste non può neppur ora aiutarmi. Tali circostanze sarebbero le accanite persecuzioni che sofferse il nostro ispettore dal governatore attuale di questo vilayet come è noto a chi lesse i giornali vallacchi o francesi o greci di Costantinopoli. Che fare in conseguenza? — Non v’è a dire che il terreno più si prepara al bisogno, ed è prova di ciò la lotta che ci fa il clero nostro e che in pubblico ed in particolare ci chiama propagandisti e papisti. E’ prova la nuova e recentissima lotta dichiarata dal clero contro gli albanesi che vogliono la loro lingua; è prova altresì il numero dei preti orthodossi che recansi dai Padri Laz-