— 226 — 1912 in risposta al P. Pasi, si rileva che il Padre aveva raccomandato si raccogliessero aiuti per la povera gente. Il Ministero degli Esteri di Vienna per intermedio del P. Wimmer Provinciale dell’Austria, si era offerto a tener sempre pronta una nave in soccorso dei Padri e si offriva a mandar lettere e quel che occorresse a Scutari. Pur troppo quando anche la via di Medua rimase chiusa e si strinsero le fila dell’assedio, anche il Ministero fu impotente a soccorrore, e i Padri con tutti gli Scutarini non ebbero che ad abbandonarsi alla Provvidenza di Dio. Egli aveva manifestata la preoccupazione pei poveri fin da quando cominciava a rombare il cannone verso le alture che circondano la città come si vede da una lettera del 22 Ottobre al P. Provinciale. Uno scutarino di ottima famiglia che diventò poi gesuita, mi disse che ebbe occasione di ammirare la sua virtù soprattutto durante l’assedio nello zelo di beneficare i poverelli che morivan di fame. Li radunava in chiesa dove faceva loro una predica e poi distribuiva a ciascuno il pane. Per un mese intero durante l’assedio fu distribuito ogni giorno il pane con patate o altro. Per un altro mese non si potè farlo tutti i giorni ma solo tre volte la settimana. A ogni povero si dava pure un metelik (5 cent.) e cosi durante l’assedio si distribuirono 3000 lire, 2500 dei Padri, 500 date loro da altre persone. Il P. Rettore riceveva alle volte 15 lettere al giorno da poveri vergognosi ai quali si cercava preferibilmente di provvedere. Il 19 Dicembre il Padre Pasi credeva ancora poter riuscire a commuovere i buoni all’estero compilando un appello per chiedere soccorsi a sollievo della crescente miseria. La povertà e la fame arrivarono fino al punto che molti per più settimane vissero solo di erbe e di radici. Il grano si pagò quando si trovava 12,15 e perfino 20 fr. al chilo. La sera del 12 Febbraio dopo i terribili assalti che avevano dato Montenegrini e Serbi alla città, essendo stragrande il numero dei feriti, S. E. l’Arcivescovo si rivolse al P. Rettore domandando se i Padri potessero prestarsi a far servizio ai feriti. Il P. Cattaneo ne parlò col P. Pasi il quale d’accordo coi missionari che per quell’anno non avevan potuto uscire per le missioni, accettò molto volentieri e anzi fu incaricato di