CAPITOLO II. Raccoglimento e Sacrificio finale. 1. — Il P. Pasi ritorna alla Missione Volante come Superiore dell’Ospizio di Scopia (Febbraio-Agosto 1912). — Condizioni di tumulto in cui trova l’Albania. — Ultime corse missionarie, e ritorno a Scutari (17 Agosto 1912). 2. — Durante l’assedio di Scutari: opere di carità (8 Ottobre 1912-23 Aprile 1913). 3. — Verso la fine. — Ultima malattia, e morte (25 Febbraio 1914). 1. — Il P. Pasi è mandato a Scopia e ritorna a dirigere da vicino la Missione Volante. — L’Albania in fiamme. Abbiamo già parlato in altro capitolo della fondazione dell’ospizio di Scopia voluto e domandato da S. E. Mgr. Lazzaro Mjedja che era andato a prendere possesso di quell’Archidio-cesi il 29 Ottobre 1909, e concesso dal P. Generale d’allora Francesco Saverio Wernz e dal Provinciale P. Pasi. L’aveva aperto il P. Giacomo Bonetti e gli furono mandati poi in aiuto i PP. Genovizzi e Della Pietra; la cura e il servizio domestico erano in mano di Fr. Pasquale Renci. Ma per noi ormai Scopia non interessa più se non da quando ci tocca accompagnarvi il P. Pasi nella seconda metà di febbraio del 1912. Egli naturalmente come anelava a deporre il carico di provinciale, tanto più ardeva del desiderio di ritornare alla sua missione e di finirvi, col lavoro, la vita. Scopia aveva un semplice ospizio, non essendosi giudicato opportuno di costituirla residenza, ma pure dal punto di vista missionario faceva brillare davanti agli occhi speranze assai più fulgide per l’avvenire, che Scutari o l’Albania del Versante Adriatico. A Scopia poteva diventare in certo modo realtà il sogno che passò a un certo momento davanti alla mente del Padre che si potesse pensare a Mo-nastir e alla Macedonia. Scopia anzi era luogo più centrale e più europeo, all’incrocio delle grandi vie, alla confluenza di