— 11 — Questi strumenti del peccato bisogna che siano frenati. L’affare del matrimonio è molto semplice. Esso nasce dall’amore reciproco di due persone. Tale è la sua ragione profonda di essere. Passando poi a essere una forma di vita sociale, deve sottoporsi a certe regole, per non scompigliare codesta vita; però non ostante qualunque imposizione o rito sociale, quando due anime che prima si erano unite, hanno spezzato i vincoli della concordia e dell’amore, il matrimonio è essenzialmente finito per quanto la chiesa o lo stato pretendano che non lo sia. Rimaneva ancora un problema a toccare: quello che riguarda la legge della ricompensa o di castigo nella vita eterna. Due grandi verità sono certe: primo che vi è per l’uomo la possibilità di elevarsi durante questa e l’altra vita. Quello che precisamente Dio vi abbia a fare, noi l’ignoriamo. Egli è grande e misericordioso; Egli è il padrone assoluto e nessuno vi si può ingerire. Da questo si deduce che come nessuno per quanto abbia di saggezza e di virtù ha motivo di gloriarsi, così chiunque sia fuor di strada non deve punto disperare : è troppo larga la via dell’eternità. Bisogna pensare che tutto quello che noi facciamo è fatto da Dio; avviene in questo nè più nè meno di quello che avviene in una lampadina elettrica; essa si spegne subito, se la sorgente si spegne, mentre non è vero il contrario, che cessando la luce della lampadina, deva cessare pur quella della sua sorgente. Non per questo bisogna dire che il male sia fatto da Dio, ma Dio che sapeva benissimo che noi saremmo fatti anche pel male, ci dà le facoltà con cui possiamo fare quel che vogliamo, senza però che Egli lo voglia, che anzi vi è contrario, se non che ci ha dato fin da principio tutto ciò che serve per fare il bene o il male. Mi soggiungeva poi, a proposito di divergenze religiose in seno ai vari Ordini, o Congregazioni, che il Rufàismo non fa mai lega con quelli che dubitano; nel dubbio non c’è nè la con- casa non può contenerci tutti e due insieme », e la porta rimase chiusa. Allora ¡’Amante si ritirò nella solitudine a digiunare e a pregare. Un anno più tardi, egli ritornò e bussò di nuovo alla porta e la voce ripetè la domanda : « Chi c’è ?» e l’Amante questa volta rispose : « Sei Tu », e la porta si aperse.