— 240 — camera dopo la predica stringersi il petto e ansare. In quella occasione a pranzo ebbe a dire: se io fossi parroco non prenderei mai donna in casa, dimostrando con questo la straordinaria cautela che usava per togliere anche l’ombra del pericolo o delle dicerie che in fatto di castità si potessero suscitare nel popolo. Mons. Luigi Burnii che ora è Vescovo di Alessio, lo ebbe una volta sola in parrocchia per la Missione. Si trovava allora a Pentari e l’impressione che gli fece il P. Pasi fu che era veramente un santo e un missionario infaticabile. Mons. Gjonali, Vescovo di Sappa, quando era parroco nella sua Mirdizia sentiva dirsi spesso dai penitenti : dal tempo di P. Pasi ho smesso quel vizio, non commetto più quel tal peccato. Ciò mi fu confermato da altri ancora per es. da D. Gaspare Thàgi il quale aggiungeva che anche i sangui che egli pacificava, quasi sempre rimasero scancellati dalle cronache della vendetta. Il predecessore di Mons. Gjonali, Mons. Giorgio Koleci che pure era stato per molti anni parroco nella Mirdizia, diceva che nell’opinione comune del popolo il P. Pasi passava come un santo autentico. È vero però — soggiungeva — che il popolo è facile a impressionarsi tanto in bene come in male. Sì, ma quando la testimonianza è generale senza eccezione, è un forte argomento di verità. Non sarà fuor di luogo citare un elogio sul P. Pasi che fece Mons. Trokshi scrivendone al P. Luigi Cattaneo provinciale. « ORDINARIATO ARCIVESCOVILE DI SCOPIA N.° 140 28 Sett. 1893. Molto Reverendo Padre, Compenetrato da un giunto dovere di gratitudine, sento che verrei meno ad un dovere, se sorpassassi più a lungo nel dare a V. P- qualche notizia del buon P. Pasi che da circa un mese si trova fra noi. Sì, il buon Padre, nei Santi Esercizi che ha dato a me ed al mio Clero, ha saputo far sue le parole dell’Apostolo: « Sa-