— 292 — datomi a Dio, mi rimetto in viaggio e piglio la via della montagna, che era ripida assai. Volle il Signore che arrivassi in tempo a trovarvi ancor vivo quell'infelice. Era un giovanetto di soli tredici anni che custodiva le vacche. S’era coricato un poco per dormire, s’intende già coll’armi a fianco, come sogliono i montagnuoli, quando un forte grido lo sveglia: era il grido di alcuni vicini, i quali, avendo veduto che quelle vacche erano andate a pascolare nel loro terreno, minacciavano il povero pastorello. Questi svegliato procura di scacciare le bestie da quel luogo; non gli vien fatto; s’indispettisce, si dispera e si spara al petto un colpo di pistola. Arrivato io ed usciti dal tugurio, ove l’aveano ricoverato, gli altri parenti del giovane, s’avvicina al letto la vedova madre e tutta ansiosa dice al figliuolo in mia presenza « Figliuol mio, confessati bene e dì tutto a questo Prete, perchè è un prete della Zadrima (cioè a dire delle basse) e non è come i Preti nostri ». Fatto sta che lo confessai ed ei diede buoni segni e molte volte ripetuti di pentimento sincero; gli amministrai l’Estrema Unzione e gli diedi le benedizione papale. Avea anche fissato di portargli il Viatico, ma poco dopo spirò. Quel poco di fatica, che io avevo sostenuta m’era a mille doppi ricompensata dalla speranza di aver salvata quell’anima. All’indomani, che era Domenica, celebrai la Messa parrocchiale praesente cadavere; e per ragione di quel funerale ebbi un uditorio di circa centocinquanta persone; cosa molto straordinaria, perchè ordinariamente non arrivano a venti. Il solenne pranzo, che si fa dopo il funerale, fa muovere anche i più lontani che abbiano una qualche parentela col defunto. In tale occasione ho sentiti i pianti ed ho veduto le cerimonie lugubri di questa gente ed anche le graffiature veramente barbare che si fanno in fronte specialmente i prossimi congiunti del morto. Per ordine di Mons. Visitatore avvisai pubblicamente che soddisfacessero al precetto pasquale quelli che ancora non l’avevano fatto; perciò se ne prorogava il tempo fino a rpezzo il corrente. In que’ sei giorni che rimasi a Fandi non mi si presentarono che circa trenta persone, e queste le confessai. Gli altri non vennero.