— 71 — repulisti universale del bestiame e dei foraggi delle valli circostanti, così che il governo ai lamenti del popolo decise di mandare una compagnia di soldati sulle orme dei ladri. Giunsero a Fangu proprio al momento delle funzioni che si facevano all’aperto. A vedere tutta quella moltitudine di gente come in attesa, il comandante pensò che ci fosse un tranello, e fatti fermare i suoi, ordinò che approntassero il cannone e si disponessero a far fuoco. Quando ci si accorse di quella manovra si mandaron subito delle persone a avvertire dell’equivoco, anzi vi andò lo stesso parroco, e in luogo dello sgomento e di quella battaglia improvvisata successe un ridere generale, e i soldati, stanchi, dopo essersi rifocillati, ripresero la loro marcia. La Vigilia dell’Annunziazione si chiuse la Missione, ma pur troppo i missionari si vedevano delusi della speranza che avevano concepita fin dal principio del perdono dei sangui. Il padre Pasi ringraziò il popolo dell’accoglienza e lo lodò della frequenza ma non potè tacere il vivo rammarico per non aver avuto nessun perdono di sangui ciò che avrebbe fatto venire tante bene-. dizioni sopra di loro. Queste parole fecero una grande impressione di modo che poco dopo due dei più riottosi aiutati dal fratello e dal parroco di Pédhana che era venuto a fare una visita ai missionari, li fermarono in un prato vicino al fiume e baciarono il Crocifisso perdonando. Una salve di schioppettate in onore del S. Cuore accompagnò quell’atto. Pel giorno seguente i missionari furono invitati alla chiesa dei RR. PP. di S. Francesco a Rubigu dove si celebra con grande concorso di popolo la solennità dell’Annunziata, e i Padri accettarono volentieri quell’invito fraterno tanto più che dava occasione di ripetere alle folle gl’insegnamenti delle missioni. E così avvenne. La chiesetta, uno dei rari e preziosi monumenti dell’antichità ecclesiastica dell’Albania, sorgente come un castello medioevale sopra una splendida rupe sul Fandi, sentiva il giorno dopo la voce dei missionari in cui pareva raccogliersi l’eco di tante generazioni di fedeli e vite di monaci spente in quel cenobio. Dopo le funzioni presero parte all’agape fraternamente preparata dai figli di S. Francesco: dolci ricordi d un tempo!