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  Abati Pai Doda (Paulus Duoda).....An. 1787.
    Abàt Mcrcija.
   Abàt Krosi.....An 1820; maledì (scomunicò) Ndue
(Antonio) di Llesh te Zi poiché avea presa una concubina.
    Vicario di Abate, D. Pjeter Zarishi (rimasto meritamente famoso per le sue poesie sacre).
   Abàt Krasniqi o Abàt Gaspri .... An. 1873.
    Segue poi una serie di semplici sacerdoti parroci della chiesa di Oroshi. Veramente la capitale della Mirdizia non seppe debitamente onorare il suo clero e forse dovette ereditare un po’ di quello spirilo di ribellione al sacerdote che fu cosi palese e violento al tempo dei missionari francescani. Secondo la testimonianza di Giacinto Hecquard, al suo tempo gli abati non contavano per nulla, mentre prima la loro autorità era incontestata e temuta anche nella direzione degli affari politici del popolo, influendo sulle decisioni dei capi. Il paese essendo povero quanto mai e i capi ingenerosi, l’Abate a cui non arrivava mai il sussidio della Propagazione della Fede di Lione nè aveva più quella specie di prebenda che spettava al suo titolo, viveva, senza lamentarsi, in uno stato vicino alla miseria.
    Il titolo di Abate fu rimesso in onore solo quando fu destinato a quella Sede Mgr. Primo Dochi uno dei prelati più illustri della Chiesa Albanese. Questo grande uomo in cui ripullularono unite le più belle virtù della sua razza, educate dal lungo esilio che dovette subire in seguito ai moti di indipendenza a cui avevano dato ansa le disposizioni del trattato di Berlino, e a cui aveva preso parte anche il giovane sacerdote, forse troppo incautamente, e da uffici delicati e importanti che ebbe a Roma e in qualità di segretario del Nunzio e del Cardinale Agliardi, se fosse stato aiutato dai tempi e dalle circostanze, non solo avrebbe risollevato la Mirdizia dalla sua abiezione, ma ne avrebbe fatto un centro importantissimo di irradiazione e di potenza cattolica, cosi necessaria in un paese povero, sfornito di mezzi, circondato da ogni parte nell’interno stesso del paese da influenze deleterie: impedirono le discordie politico-religiose.
    L’Abazia dei Mirditi fu rinnovata e resa quasi diocesi il 25 ottobre 1888 sottomettendo all’Abate Mons. Primo Dochi le