— 166 — trovavano i Padri, e le ebbe buone; interrogati i Capi di Ka-strati e di Shkreli, anch’essi deposero in loro favore. Tuttavia era grande il fermento, e dopo tornato da Shkreli il P. Pasi pensò bene di fare una visita confidenziale al Vali il 27 giugno insieme col P. Rovelli, Rettore del Collegio, e lesse un pro-me-moria ricapitolando quel ch’era avvenuto e mostrandosi pronto e chiarire qualunque malinteso. Il Vali lodò l’istruzione, e che s’iinpedissero le uccisioni, ma osservò che non conveniva entrare in particolari che toccano al Governo e che sarebbe stato bene che i Missionari prima di uscire pei loro ministeri, lo facessero sapere e domandassero licenza al Governatore perchè questi in caso di bisogno sapesse dove stavano, e potesse rispondere a chi facesse delle osservazioni. I Padri risposero che su tal punto bisognava trattare coi Vescovi i quali chiamavano volta per volta i Missionari. Intanto si pedinava anche l’Arcivescovo per vedere se veramente fosse andato nelle montagne per le cresime o per fini politici. Durante le battaglie diplomatiche di Scutari per salvare la Missione, erano avvenuti altri incidenti al P. Sereggi che entrano nel quadro della persecuzione. Egli era partito da Scutari per recarsi in persona dal P. Superiore che da Skùraj doveva discendere a Miloti. S’incontrarono precisamente dove il Matja esce nella pianura e fu una sorpresa pel P. Pasi; le lettere che gli portava descrivevano lo stato delle cose in tal modo che il Padre si decise di lasciare che continuasse la missione il Padre Sereggi, e egli si mise in viaggio per dov’era chiamato. La missione di Miloti cominciava il 30 marzo 1896. Quan-d’ecco arrivare un milazìm (1) da Kruja con l’espresso ordine del Governatore che i Gesuiti si astenessero dal pacificare i sangui; questo spettare unicamente al Governo. Non si dimentichi quel che abbiamo osservato parlando della missione interrotta del P. Pasi che aveva avuto le spie mandate da Kruja sulle sue piste. Il Padre osservò che nessuno era costretto a perdonare; (1) Tenente dell’esercito turco.