— 78 — Durante i primi secoli, fino all’occupazione Romana, Du-razzo rimase naturalmente greca in tutto e per tutto, figlia della stirpe clorica. Essa non aveva nulla da guadagnare dal punto di vista della cultura dai popoli del continente che cercava semplicemente di sfruttare cogli scambi commerciali, e a cui s’impose. Come grassi borghesi i suoi cittadini non dovevano avere un sentimento religioso vero e profondo. Del resto la religione del mondo greco-romano s’accomodava a tutti i gusti, e son ricordati due templi dove si raccoglievano pel culto i Durazzini: il tempio di Artemide (Diana) la dea della caccia, e il tempio di Venere. Non era certo in fama di gente onesta e morigerata la popolazione di Durazzo, tanto che in una descrizione dell’impero romano contemporanea al terribile terremoto del 345 è detto che quei cittadini ricevevano il gastigo della loro dissolutezza e empietà. Non deve ciò meravigliare poiché al dire di Catullo la sua divinità principale era Venere. Nè dovette migliorare quando diventò il porto militare dell’Adriatico con grandi arsenali di marina. Non pare che sia stata una città di studi; Cicerone vi fu come in un luogo di esilio: era la città più comoda e più vicina all’Italia. Apollonia invece magna urbs et gravis (Cic. Phil. XI. 26) aveva una università molto frequentata dalla gioventù romana; si pensi a Ottaviano. Quanto abbia influito il dominio e il commercio di Roma a trasformare il carattere di questa città non potremmo dire. Separata ormai da ogni contatto con la Grecia; lasciata godere di una certa autonomia da Roma, dopo esserne diventata il porto principale nell'Adriatico orientale, colma di ricchezze e di spiriti mercantili non solo non ebbe mai contrasti col suo nuovo padrone, ma dovette subirne profondamente l’influsso. Augusto del resto ci aveva collocata una colonia romana. Dal 1. al 3. secolo d. C., essa appartenne alla Provincia della Macedonia con capitale Tessalonica (Salonicco). Alla divisione dell'impero sotto Diocleziano essa diventò la capitale della Epirus Nova che si estendeva fino a Lychnidus (Ochrida). Finché non si spostarono i centri commerciali d’Italia e non sorsero le grandi repubbliche del mare Genova e Venezia, Durazzo mantenne la sua importanza come emporio, e questo le tirò ad-