— 24 — parrocchie di Oroshi, Spagi, Fandi, Kalivare, Qafa e Malit, Bli-nishti, Nderfàndina; l’Abate dipendeva immediatamente dalla S. Sede. Il 30 settembre 1890 Roma dava all’Abazia anche le parrocchie di Gomsiqe, Mnela (come appartenenti alla bandiera di Spagi) e Vigu, togliendole alla Zadrima II 31 Marzo le assegnava pure Dibrri, cioè le parrocchie di Kacinari, S. Giorgio, Ungrej (Fregéna e Rrasi), Kaslinjeti e Korthpula. Nel 1906 finalmente le era ceduta pure Gryka e Giadrit. Non è a dire che ebbe forti opposizioni da parte del Clero delle Diocesi che subivano una diminuzione. Mgr. Abate Docili era stato guidato dal criterio dell’unità etnica della sua giurisdizione abaziale, volendo fare della Mirdizia, schiettamente e fortemente cattolica, un centro importante, e in questo sta il suo merito, poiché fu un’idea altamente e vigorosamente cattolica. Probabilmente non fu compreso o fu svisato il suo piano. I sacerdoti della Mirdizia scrivevano direttamente a Leone XIII nel 1899 perchè Mgr. Dochi fosse fatto Vescovo. Si trattava della creazione di una diocesi che non aveva nessun fondamento nella tradizione ecclesiastica, e avrebbe sigillato per sempre le mutilizioni fatte a altre diocesi più venerabili e più antiche. Forse Mgr. Dochi ebbe pure la taccia di ambizioso che non si sarebbe arrestato neppure a quella concessione, e ciò diede ombra, e per allora non ne fu nulla. Spettava a Papa Benedetto XV di sodisfare i voti del popolo e del clero mirditese, creando la nuova diocesi e mettendovi a capo il sacerdote mirditese, zelante e integerrimo, Mgr. Giuseppe Gjonali il 22 gennaio 1922. Fu una grande idea la quale compiva in certo modo i voti di Mgr. Primo Dochi che era morto nell’abbandono e in mezzo a grandi dispiaceri nel 1917 il martedì grasso nella sua Sede di Oroshi. La Mirdizia per le sue tradizioni cattoliche e per la sua posizione geografica è e sarà sempre una rocca forte del cattolicismo albanese, per cui l’essere diocesi e avere un pastore suo proprio che vigili e conservi il patrimonio religioso in una regione eminentemente strategica dell’Alta Albania, è non solo un semplice titolo di onore ma una necessità strategica per difendere tutta l'Albania cattolica del Nord dalle pessime influenze dei tempi nuovi e dai pericoli che la minacciano.