— 84 — sommerso dallo scisma prima dell’irruzione ottomana. Sotto gli Angioini si poterono sviluppare i principati indigeni, e fu la salvezza dell’Albania dal punto di vista etnografico; ma quei principi non si diedero troppo pensiero di salvare dal naufragio l’eredità cattolica dell’antichità e la cultura e lo spirito occidentale, o chi lo volle conservare, abbandonò la patria. Questa è in poche linee la filosofia storica di quell'età che spiega tutto lo sviluppo ulteriore non solo di Durazzo città e metropoli cattolica, ma di tutta l’Albania. Non possiamo seguire la cronologia e la statistica dei prelati di Durazzo, solo mi sia permesso notare che ben presto si incontra in quella chiesa madre una perfetta organizzazione gerarchica. Troviamo il capitolo dei canonici fin dal 1211; l’arcidiacono dal 1200; v’è il diaconus castrensis, il diaconus ostia-ri us, il primicerius cantorum, il primicerius leclorum. Il clero regolare è aiutato dagli ordini religiosi. Il documento di Alessandro III del 1168 è una lettera agli ’abati Latini’ apud Du-rachium commorantibus, e non si può trattare evidentemente che di abati dell’Ordine Benedettino ai quali il Farlati attribuisce il merito principale di aver conservato i cattolici di quella città nell’obbedienza del Pontefice di Roma. Nel 1283, in un tempo dunque di un’antichità rispettabile, troviamo fatto cenno dei Frati Minori di Durazzo appartenenti alla custodia di Ragusa. In una lettera degli Angioini dello stesso anno 1283 si domanda al capitano di Durazzo informazioni sopra una certa casa che era chiesta dai Frati Predicatori. La chiesa che è prima a comparire nei documenti è quella di S. Andrea Apostolo regalata da Alessio I Comneno ai Veneziani nel 1082. Un’altra chiesa greca dovette essere quella di S. Croce (1246). La ’ Chiesa Maggiore ’ (a. 1315) dovette esser certo fin da principio una chiesa latina; invece il monastero dei SS. Teodori era di monaci greci (1258). Dovendo ora accennare alle chiese suffraganee di Durazzo, perchè ci si renda conto esattamente dell’impregnazione scismatica che subì più o meno da per tutto l’Albania medioevale, convien ricordar che, oltre all’infusione continua di spirito bizantino per tutto il territorio di quest’archidiocesi, il Nord