— 33 — mandavano che la missione fosse rimandata al tempo di Pasqua quando tutti avrebbero potuto intervenire, e fu il partito migliore. Durante quel tempo infierì pure l’influenza, i malati eran molti e il Parroco stesso indisposto, così che il Padre ebbe lavoro quanto ne volle. Da Kalivare quando il tempo lo permise partirono per Vigu-Mnela che l’anno precedente erano passate sotto la giurisdizione dell’Abate sebbene ci fossero in mezzo a disgiungerle dalle altre parrocchie dell’Abazia le parrocchie di Dibrri ancora soggette ad Alessio. Il motivo della cessione era stato che Vigu e Mnela erano abitate da Mirditesi. Erano rimasti per lungo tempo senza assistenza religiosa per la mancanza di parroci; e Vigu ancora vacante stava sotto l’amministrazione del Parroco di Mnela. Rimasero 5 giorni in quel villaggio dimorando presso il capo del paese e salendo ogni giorno in cima al colle sul quale sorgeva la Chiesa. Questa volta il Padre è laconico e ci dice solo che la gente accorse in folla, che i ragazzi profittaron molto, e che s’ebbero di belle conversioni. Mnela divisa da Vigu dal torrente Giadri, non ebbe la Missione, ma la ottenne Gomsiqe dove i missionari arrivarono il Martedì Grasso, ultimo di carnevale. Quella parrocchia sebbene ceduta all’Abate era stata amministrata dal Parroco di Vjerdlia, ma quell’anno tutti e due i paesi erano rimasti senza Parroco. Furono ospiti della famiglia Jàkaj. Mette conto riferire quel che scrive il Padre intorno a questa famiglia singolare. « La famiglia Jakaj è una di quelle famiglie patriarcali divenute ai nostri tempi oramai sì rare. Alcuni anni or sono contava quasi 200 individui: aveva case e terre e bestiami a Gojani, al Gosmice,a Ciafamalit, a Doci ed in altri luoghi, ma tutto era comune; uno solo era il Capo, gli altri obbedivano a lui e da lui dipendevano in tutto. In certe epoche si faceva una specie di consiglio di famiglia: vi intervenivano i membri delle varie case che possedeva la Fratellanza, e sotto la direzione del vecchio Capo si trattavano gli affari. Questo consiglio si teneva specialmente all’approssimarsi della festa del paese da solennizzarsi cogli amici: il luogo destinato per la festa era la sola casa madre, ma tutte le altre case dovevano concorrere alle spese, e quindi una dare la carne, un’altra il pane, la terza il 3