— 229 — « Noi abbiamo cominciato a riprendere le escursioni nelle Missioni; ma io sono invecchiato, e non posso più far viaggi a piedi, ed ora sono in città, dove c’è pure molto da fare ». Queste parole mi sembrano preannunziare qualcosa di sinistro, poiché suonano agli orecchi come un triste presagio. Egli infatti allora aveva appena compito 66 anni di età. Il suo compagno P. Sereggi che pure da principio aveva mostrato una fibra assai meno resistente, continuerà il suo lavoro missionario fino al suo 69 anno; anzi si può dire che morrà sul campo del lavoro. Invece il P. Pasi che non s’era mai ritirato di fronte a nessuna difficoltà e aveva mostrato sempre un vigore tenacissimo, ora nel suo 66 anno confessa di non poterne più. Egli si ripiega sopra sé stesso, medita di comporre o far comporre un lavoro d’insieme sulla missione volante alla quale egli vede quasi di non più appartenere. Non che egli ricusi il sacrificio: nò, poiché non si lascierà abbattere che dalla forza implacabile del male, e non per suo proprio impulso si ritirerà dal lavoro ma per ordine dei Superiori, e fino alle ore estreme, l’ultimo vigore che il male gli va strappando a brano a brano lo porterà come un istinto irresistibile a scriver prediche di missione. Se egli fa questa confessione è segno che a poco a poco diventa la preda di una forza occulta di deperimento e di morte che va invadendogli le fibre più profonde. L’assedio col cumulo enorme di lavoro minuto ma continuo, le gravissime preoccupazioni, e il risentire nel suo animo tutta la miseria e gl’inenarrabili dolori del popolo, con le sofferenze sue proprie l’avevan certo piegato come sotto un giogo di ferro. Fu per lui un anno di azione, senza dubbio, ma anche di raccoglimento. Io stesso che ebbi la fortuna di passare con lui quell’ultimo anno sotto il fischio degli shrapnels e lo scoppio delle bombe, lo vedevo sempre come sopra pensiero, come preoccupato da un’idea d’una tristezza tutta particolare, senza che togliesse nulla ai lineamenti della sua faccia calma e paterna; ma egli parlava poco, s’esprimeva piuttosto a quattr’occhi; in uno di quei colloqui disse a me che avrebbe desiderato compilassi le memorie della Missione. Egli certo non prevedeva che quelle memorie sarebbero diventate il volume della