— 221 — Scopia dovesse divenire un gran centro di attività missionaria, ma convien dire che non sapeva leggere i segni dei tempi. JNel Luglio seguente anzi egli d’accordo coi suoi consiglieri pensav« ad altre compere di nuove aree necessarie intorno alle casette attuali insufficienti. Sarebbe naturalmente necessario di invocare l’aiuto di molti per la spesa di 20.000 fr., ma egli ci vedeva una necessità essendo impossibile comprar altrove e perchè i prezzi andavano crescendo, e eran già eccessivi. Non mi consta come sia andato a finire quell’affare, come del resto tutto rimane un po’ buio a Scopia. Per fortuna non sono cose della cui perdita si possa lagnare la storia. Solo da una supplica fatta a Sua Santità il 26 Settembre di rivendere l’area di 6000 franchi come trovata inutile per la missione con risposta della Congregazione de Religiosis che permetteva si rivendesse pure a chi offriva di più, si rileva che l’area per la cui compra il P. Pasi aveva avuta la disapprovazione del P. Provinciale fu poi rivenduta. Ma allora egli aveva già abbandonata Scopia e si trovava nella residenza della Missione a Scutari come Superiore. Al P. Pasi succedeva a Scopia il P. Stefano Zadrima. Dalle sue lettere si rileva che la casa di Gjon Turati fu comprata, e che l’area da rivendere non s’era venduta ancora nel Novembre di quell’anno, e Scopia rimaneva poi durante le guerre balcaniche come l’aveva lasciata il P. Pasi; il P. Provinciale era stato profeta, e il P. Superiore che pure aveva esaminata, prima di proporre c di fare, ogni cosa, come si rileva dalle sue carte, col metodo dell’elezione ignaziana degli Esercizi, mentre badava a ridurre l’ospizio in condizioni decenti per abitarvi dei religiosi e rifletteva a un probabile sviluppo nell’avvenire, non si era accorto della terribile burrasca che si sarebbe rovesciata presto sulla penisola balcanica scombussolando tutti quei disegni. Tanto è vero che un anno più tardi egli stesso proporrà che Scopia sia abbandonata per pensare invece a un possibile apostolato nel Sud dell’Albania per spalleggiare l’opera di Elbasàn: proposta che lasciò esitante il P. G. Marini Vice-Provinciale. Se non che Scopia si dovette abbandonare, in seguito all’occupazione serba di quella città, mentre il progetto dell’Albania meridionale rimase sempre un semplice progetto.