— 116 — vaino sotto a dormire e mangiare e le sgarbatelle pur troppo ci lasciavano cadere addosso certi regaietti che il tacere è hello, direbbe qui Dante. È inutile accennare quanto ci aiutassero e sollevassero di nottetempo quelle galline e galli con isvolazzare per la nostra stanza e col canto loro tanto gradito a chi stanco dalle fatiche del giorno vorrebbe almeno qualche ora di notte prendere un po’ di riposo. Merita singoiar menzione la conversione d’un certo Pai Kola, forse il più birbante tra i birbanti di Kthela. Era un tracagnotto piccolo, bruno in volto, serio in viso, lento nel parlare e nei movimenti: a vederlo avresti detto che non vai due soldi, e invece era il primo ladro di questi luoghi, anzi capo di ladri, e quasi nessuno dei grandi furti o rapine si commettevano senza di lui e senza che egli conducesse la banda. Da alcuni anni fa Pai Kola cominciò a rubare e recar danni più di prima per far dispetto al Governo turco, il quale, come si notò più addietro, avea fatto suoi zaptii i principali birbanti di Kthela, ed egli che aveva la gloria di esserne il primo, era stato lasciato in disparte. Fu egli che alcuni anni fa con alcuni suoi compagni fermò sulla via da Medua a Scutari i soldati che portavano la cassa del Governo, uccidendo le persone e prendendo i denari che si divise coi suoi compagni... Pai Kola fin dal primo giorno della nostra missione venne in chiesa, e ogni giorno stava attentissimo alle prediche, ma non parlava di conversione. Un giorno verso la fine della Missione, c’invita in casa sua per mangiare e passarvi la notte, giacché non essendovi a Kthella superiore casa parrocchiale, ci era forza andar per le famiglie, dove eravamo invitati. Gli fu risposto che volevamo sapere a (piali condizioni c’invitasse, perchè come si trovava ora, non potevamo accettare il suo invito. Disse che si sarebbe confessato. Gli fu fatto intendere che avendo egli dato scandali pubblici ed essendo noto ladro e masnadiere, egli dovea prima riparare lo scandalo e promettere emendazione per l’avvenire. Accettò tutto. Durante la funzione si accostò all’altare, baciò il Crocifisso e voltosi al popolo: Compagni, disse, fino ad ora vi ho dato scandalo e v’ho guidato per la strada cattiva: ora sono pentito, voglio mutar vita, non voglio più fare azioni cattive: come mi avete tenuto dietro quando faceva il male, così tenetemi dietro adesso che voglio vivere da cristiano. Poi si confessò. La sera andammo da lui che ci accolse molto bene, e si mostrava pentito della sua vita passata ».