— 36 — occupate a lavare le robe e rattopparle per quell’occasione solenne, i ragazzi più piccoli eran senza vesti perchè appunto le avevan le mamme a rattoppare, e i più grandicelli dovevano condurre gli animali al pascolo. Però un certo numero di persone si raccoglieva tutti i giorni e del bene se ne fece quantunque il paese non avesse un giusto concetto della missione credendo che tutto finisse con un po’ d’istruzione, e fossero tutti freddi quanto alle pratiche religiose trovandosi sulla pubblica via frequente occasione di aggressioni e di latrocini. Nè qui nè altrove durante le missioni date nella Mirdizia, il Padre accenna a pacificazioni di sangui; anzi non parla neppure di tentativi fatti per indurvi il popolo. Riferisce però tre casi tipici che danno molta luce in questa materia e che però credo bene dover riprodurre. « Un certo Tizio di Arseti aveva domandato ed ottenuto una giovane cristiana abitante nella diocesi di Pulati per moglie ad un suo figliuolo. Fatti gli sponsali, era assai vicino il tempo di celebrare il matrimonio, quando sente che un turco del vicino paese di Kruesiu (Kryeziù) aveva fatto pratiche per averla egli in isposa, e fra non molto sarebbe andato a prenderla e condurla in casa sua. Il Cristiano s’informò bene della cosa, e trovato che tutto era vero, il giorno stesso che il Turco era andato a prendere la sposa, egli invitò alcuni suoi amici che lo accompagnassero ed entrati in casa del Turco uccisero lo sposo, la sposa ed un altro che voleva difendere gli sposi. Poi tornati ad Arseti tra gli applausi del paese ammazzarono dei buoi, e per tre giorni fecero festa per aver trionfato sopra il Turco, e non aver permesso che egli disonorasse la nostra Religione. Quando noi domandiamo loro, se credono d’aver operato bene o male: benissimo, rispondono; e se ne vantano come di un’impresa degna di tutta lode; si ritengono come difensori della propria Religione contro chi si ardisce d’insultarla. Di più, considerando la difesa dei propri diritti, dicono essi, la giovane apparteneva a noi: noi avevamo contratto gli sponsali: con qual diritto dunque ci vien tolta? e da un Turco? Questa è certamente un’ingiustizia : ma chi la impedisce? chi la vendica? Il Governo di queste cose non se ne cura: perciò dobbiamo difenderci da noi stessi. D’altra parte sanno, che l’uccidere è co6a cattiva e la Religione lo proibisce e quindi vengono a confessarsi, a farsi sciogliere dalle censure incorse. Però è evidente che essi non possono avere un pentimento sincero del