— Ili — secondo la legge delle montagne. Di fatti fecero così il primo e il secondo giorno; il terzo cominciarono a ricevere inviti. Anche alla chiesa il popolo accorreva in folla crescendo ogni giorno più. Il numero dei ragazzi da 160 saliva presto a 200. Si venne alla questione dei sangui. Tutti badavano a quello che farebbe il bajraktàr o ’ alfiere e dicevano che se egli perdonava, tutti i villaggi di Kethella avrebbero seguito il suo esempio. Se non che il Capo della bandiera teneva in casa il rappresentante del Governo di cui s’è detto sopra, e tanto per le sue insinuazioni, come pel timore di perdere lo stipendio, non veniva neppure alla chiesa. E però chi aveva sangui tenne duro fin verso gli ultimi giorni della missione, quando non potendo più resistere baciarono il Crocifisso in segno di perdono. Il Padre Pasi tentò un colpo anche Coll’Alfiere. « Dietro preghiera di molti -— egli scrive — andai alla casa dell’Alfiere, ed essendosi egli nascosto, vi lasciai il Crocifisso nella speranza che mi sarebbe portato col tanto sospirato perdono. Ma m’ingannai. Un’ora dopo unitamente agli altri ostinati e inflessibili nei loro odi mi portò il Crocifisso dicendo che non se la sentivano di dar quel perdono; sicché di 29 sangui che si volevano prendere in Rsceni, 25 furono perdonati e solo 4 rimasero senza perdono ». Il 17 fu fatta la funzione di chiusa, e a memoria della missione fu eretta una gran Croce di legno. Mgr. Lalpèpaj era tornato alla sua cella perchè indisposto. Da Resheni passarono a Proseku che sta verso il fiume Matja. Delle 50 famiglie di cui si componeva quel villaggio, solo due o tre potevano liberamente uscir di casa senza timore di restare uccisi, tanti erano gli odi e gl’imbrogli. Fu domandata la tregua di Gesù Cristo pel tempo che durasse la Missione, e non fu data. A messa pochi ragazzi e pochissimi adulti; nessuno voleva ricevere i missionari che dovettero cercare un rifugio per la notte in un capannone aperto a tutti i venti. I due principali del paese erano fuggiti per non essere costretti a perdonare; non che si avesse l’idea che i missionari usassero metodi coercitivi, ma si sapeva che chi assisteva alle prediche e alle funzioni si sentiva cambiare il cuore. Due sacerdoti che erano venuti a trovare ì