— 273 — cessero gli uomini : nuk done grò kta; questi non vogliono donne, dicevan quei di casa. Diceva sempre al Fratello che l’impurità è una pece terribile da cui nella vita apostolica bisogna guardarsi in modo particolare. Difatti nessuno ebbe mai a dir nulla di lui. Non si fermava mai dopo VAve Maria a confessar donne. A Lugli i Barami, si usava un linguaggio indecentissimo. Il Padre prima tollerò, poi ” diede loro una spaccata (rimprovero) universale facendo vedere che mancavano all’umanùà senza ragioni più sublimi ”. Alla predica del perdono neanche il diavolo resisteva. La domenica prima del giorno che doveva mettersi a letto per non alzarsi mai più, egli era andato a dar la benedizione all’ospedale austriaco e poi alle Salesiane. Il Fr. che gli aprì la porta vide che stava poco bene; era pallido e affranto. Il Fratello vedendolo così si mise a sgridarlo e il Padre si fermò davanti alla statuetta del S. Cuore a sentire il rimprovero. Dovendo i missionari partire in missione di quei giorni per Maz-reku, mandarono a dire che non venissero a prenderli. Ma il Padre chiamò il Fratello e gli disse: nò, andate e fate come avete fatto con me. Qualche giorno dopo lo chiamò di nuovo e gli disse come facendogli il testamento: Insomma per tutte queste virtù e doti straordinarie di quell’uomo, e non solo perchè era capo degli altri e di alta statura, il popolo gli aveva messo il nome: P. Deda i math: P. Deda il grande. L’ultimo operaio della Missione che consultiamo è lo scuta-rino Pjeter Jaku, catechista per più anni. Ecco i suoi detti: « Nei 16 anni che ho viaggiato con lui per le montagne non l’ho sentito lamentarsi mai. Eppure, fra l’altro, ci siamo sempre riempiti di pidocchi. Ci è toccato lavarci perfino con brodo di tabacco per cacciarli. 11 popolo accorreva a lui: egli era agli occhi di tutti l’Apo-stolo dell’Albania. Non confessava mai donne senza un velo che li separasse alla vista; anche se capitava di confessare per via; dovunque. Egli non bevve mai nè rakija nè vino, se non di raro e in minima quantità. La mattina prendeva un caffè, poi lavoro, lavoro, lavoro. Egli si disfaceva lavorando; a Kòsovo, per es., dopo tanto lavoro Mgr. Trokshi l’ammoniva: riposate una settimana. Quel che ha sofferto P. Deda non c’è lingua che possa raccontare. 18