— 154 — La malattia passò, rimase la persecuzione. Quando parlo di persecuzione non intendo qualunque genere di opposizione o contrasto, com’erano le arti più o meno raffinate di quei montanari per cui la Missione era una spina negli occhi e si traducevano il più delle volte in fantastiche dicerie o in rifiutare quella ospitalità che fu sempre sacra; questo non è persecuzione. La persecuzione è un contrasto sì, ma contrasto ben organizzato; è come una guerra mossa da chi ha in mano i mezzi, da chi è una potenza che dovrebbe sostenere il diritto. Allora è una forza brutale che vuol vincere e abbattere unicamente perchè vede messi ili giuoco i suoi interessi o minacciato il castello delle sue ambizioni; e nella storia delle società umane, soprattutto se religiose, è stata sovente la così detta ’ ragion di Stato ’ o politica che, contrariamente alla missione divina e storica del potere, invece di proteggere vuol asservire o abbattere. In tali circostanze si mostra quel che valga e quel che sia un uomo che rappresenta una potenza e un principio, principio che non è distinto dalla potenza. In simili circostanze, un uomo che non incarna un principio o un’idea facilmente indietreggia, vacilla dopo i primi colpi, ricorre a sotterfugi e compromessi, o quel ch’è peggio si lascia corrompere. Invece l’uomo che vive la sua idea, e ha la coscienza del suo diritto superiore, che è perfettamente convinto di camminare nella verità, è certo prudente, finché è possibile cerca un accordo, un’armonia pratica che salvi la sua idea e la società, ma non si piega a compromessi pericolosi, non teme la minaccia, non bada a interessi, non si lascia abbagliare dall’oro: frangar, non flectar. Il Cat-tolicismo fin dalle prime origini s’è trovato in contrasto con le autorità politiche. Una potenza che sfugge a ogni limite, che è soggetta a una legislazione tutta sua propria, che non è circo-scritta da interessi nazionali ma si muove e si sviluppa nella universalità, una potenza che di natura sua è ultra-nazionale e sopraterrena, è in naturale antagonismo coi fini monchi e limitati della politica, e però i potenti del mondo guardano sempre con occhio di gelosia e di sospetto codesta forza che sfugge naturalmente al loro controllo, che non si piega a esser loro leva