— 189 — Arcivescovo latino di Bucarest dopo un caldo dibattimento della Camera. Narra di certo Sotìr Pandeli albanese che era passato di là venendo da Costantinopoli e si era recato a Korga dove col permesso del Sultano aveva aperto una prima scuola albanese con libri recentemente stampati a Bucarest, scritti da Cristiani albanesi e da Turchi (sic) albanesi. Farà certo gran rumore poiché è sostenuto da un gran bej di nome Alò (bej) che è quasi padrone della città, e un certo Abramidi cittadino di Korga ha lasciato in testamento 25.000 napoleoni. Lo spirito caldo degli Albanesi per la loro lingua si sente in tutta la Bassa e Media Albania. Vogliano imitarli anche quelli dell’Alta. Veramente considerando l’Albania geograficamente e etnograficamente, merita certamente altre sorti. La storia le è favorevole, il loro carattere e tutto il resto è in loro favore; perchè dunque rimanere si indietro mentre tutte le nazioni, anche le più dimenticate, si destano ed oggigiorno chieggono altra vita e luce? Monastir 7 Aprile 1887. Il giovane ebreo ha trovato modo di recarsi a Salonicco. Domanda che cosa dovrebbe fare in quella città. Egli stesso trovandosi alla vigilia delle nozze ha il cuore agitatissimo. Gode che i Valacchi sieno ben visti e soccorsi dalla S. Sede. Insiste perchè sieno mandati dei Gesuiti. Desidera tuttavia recarsi a Roma per cominciare il movimento di ritorno alla Chiesa. L’Ispettore non dispone di mezzi pecuniari; se il Ciulli ne avesse, egli lo appoggerebbe quanto può moralmente. Tanto più che ha sofferto persecuzione dal Governatore del V ila jet. Il Clero ortodosso li chiama propagandisti e papisti. Ne sarebbe prova la lotta dichiarata da tal Clero agli Albanesi che vogliono la loro lingua, e il fatto che dei preti ortodossi si son presentati dai Lazzaristi chiedendo la protezione del Papa: « Due o tre comunità ben numerose, intiere cittadelle che pensano di fare una richiesta (sic) collettiva diretta al Papa e chiedendo il Suo pa-