— 119 — In mezzo a tali circostanze e sotto tali auspici si aprì la missione il 17 novembre 1895. Veramente da principio le cose non parvero andar male, poiché i primi giorni la chiesa si vide affollata di circa 200 ragazzi e di una moltitudine di uomini e di donne. Il P. Genovizzi dopo tre giorni dovette ritirarsi e prendere la via del ritorno per Scutari poiché fin da Kameci si era buscato una febbre e dei malanni che esigevano una cura; a Scutari stessa una pleurite che s’aggiunse finirà per portarlo si può dire all’orlo della tomba. Rimasero il P. Pasi, col fratello e Mgr. Lalpèpaj. Fino al quarto giorno il tempo si mantenne a modo: poi cominciò una bufera di vento e di neve che rese sempre più difficile il concorso e sconcertò tutto. Non restava a far altro che a percorrere i singoli villaggi. Presa tale decisione, si raccolsero i capi di Selita pregando i missionari a non voler maledire i concubinari e chi non volesse perdonare i sangui. Pertanto il 27 si recarono a Kurbneshi oltre la Qafa e Ki-shès, sopra il torrente che si forma sotto la Kunora e Lures, villaggio di 28 famiglie. Istruirono, confessarono, sciolsero due concubinati e pacificarono tre mezzi sangui. Il sabato 30 nov., ripassarono la Qafa e discesero a Zajsi villaggio di 27 famiglie, e vi furono pacificati tre sangui e divisa una concubina. Il 1. die. si diressero verso Lùfaj, luogo alpestre dalle strade difficilissime come in nessun altro luogo, se non forse in certi luoghi del Dukagjini, da dovercisi arrampicare come capre. La guida, certo Delija, diceva con grande serietà al P. Pasi: ’ Padre, se cadi, io sparerò sette volte questo mio schioppo contro il sasso che t’ha fatto cadere ’. Ma per fortuna non ci fu bisogno di tutto quel chiasso bellico. In quel villaggio di 20 famiglie si sciolsero quattro concubinati e si ruppero le trattative di vendere tre ragazze ai musulmani e furon perdonati parecchi sangui. Non si deve creder però che tutto si mettesse a posto in un giro fatto per dare un’istruzione sommaria e indurre gli adulti alla confessione. A Bozhiqi di cui abbiam detto che era tutto in sangue, non si potè ottenere la tregua necessaria perchè gli uomini e i ragazzi potessero accorrere alle funzioni senza timore, per causa di un vecchio concubinario, usuraio e senza coscienza. Il paese