— 176 — Greca. Ecco, Reverendo Padre, come un personaggio solo può essere causa della felicità di un intero popolo, assicurandogli un futuro fiorente; e questo personaggio è il nostro Superiore ». Mostrava poi praticamente come avrebbero fatto per mettere il Clero Greco in mala vista davanti al popolo valacco. In un villaggio chiamato Hrupishte si voleva erigere una chiesa va-lacca. L’autorità turca aveva dato il permesso, e s’attendeva solo il firmano com’era da sperarsi dalle buone informazioni mandate dal Kajmakàm del luogo. Il Clero Greco si rifiuterebbe senza dubbio perchè aveva proibizione dal Patriarca, e allora sarebbe scoppiata l’indignazione del popolo, domandando la protezione del Papa. Nota. — Qui ancora una volta non si tratta di convinzioni, ma di antagonismi e di motivi fondamentalmente politici. L’Oriente in tutte le questioni è troppo enigmatico e pericoloso. Peccato che non si possiedono le risposte del P. Pasi a simili progetti. Però le lettere seguenti gettano qualche raggio di luce indirettamente. Monastir 2 Settembre 1884. Dal tenore di questa lettera si vede che il P. Pasi desiderava fare un viaggio a Monastìr. Il Ciulli ha deciso di farsi prete celibe di rito valacco-unito. Vi è stato indotto da un P. Lazza-rista. Solo avrebbe bisogno di mezzi per studiare: intende recarsi a Roma e domandarne al Papa. I Padri Lazzaristi vorrebbero fondare a Bitòlia un Seminario per la formazione di preti valacchi, se non che i professori vorrebbero che tutto fosse nelle mani dei Gesuiti perchè più attivi. I Lazzaristi secondo essi sarebbero un po’ flemmatici. Finora, per es., non hanno studiato ancora la lingua valacca, mentre i Gesuiti italiani di Scutari avevano imparato presto l’albanese, eppure gli Albanesi non sono di razza latina mentre i Valacchi lo sono. E però vengano i Gesuiti in Macedonia e si occupino dei Valacchi. Il Ciulli però trattandosi di una questione delicata domanda il parere del Padre Pasi. Ci vede moralmente una difficoltà nel fatto che i Padri Lazzaristi vi sono a Monastìr.