— 217 — fidanzavano, ottenne buon numero di pacificazioni, e special-mente di un sangue recentissimo. Il P. Genovizzi scrivendo di quelle missioni al P. Alberti, notava che il P. Pasi aveva trovato una certa difficoltà a riprendere la predicazione in albanese. Finita quella missione passavano a Prizrend dove furono accolti, come sempre, con somma carità dall’Arcivescovo, e il 16 dello stesso mese rientravano a Scopia. D. Giuseppe Ràmaj, parroco di questa città, domandò la missione anche per la sua parrocchia che ebbe luogo dal 28 Aprile al 5 Maggio. Pur troppo un certo numero di uomini non ci vollero prender parte preoccupati troppo dai loro affari, e raffreddati fin dal tempo che tre anni prima avevano avuti certi attriti col clero. Ma il resto della popolazione fu sempre assidua e si segnalarono soprattutto una trentina di buoni giovani coi quali il Padre fondò una Congregazione Mariana, e anzi contemporaneamente fu fondata pure la Congregazione delle Madri cristiane e dei fanciulli delle scuole. La missione servì pure a ravvivare l’Oratorio festivo destinato a ritrarre i giovani dai divertimenti e dalle compagnie pericolose. Questi sono gli unici cenni che trovo sul lavoro apostolico del P. Pasi, agli sgoccioli della sua vita, nell’Archidiocesi di Scopia come missionario volante. Il Fr. Pantalija però mi assicura che nella prima metà del mese di Luglio di quell’anno fu data dal Padre una Missione anche a Ferizovic (1). Della sua operosità come superiore dell’Ospizio che egli intendeva di preparare allo sviluppo di un’opera più ampia nella città e nell’Archidiocesi, restano alcuni documenti che servono a mettere in luce, fra l’altro, la sua grande virtù di perfetto religioso. Sui bisogni della crescente città che poteva offrire in seguito una base assai vasta di lavoro e dar occasione di fondarvi pure scuole o collegio, il P. Pasi scriveva al P. Alberti da Uskub l’8 Marzo del 1912. A questo scopo domandava di acquistare due proprietà, una che costava 100 lire turche e per la (1) Dovean dare una Missione anche a Mitrovica e a Pristina, ma furono impediti dalla rivolta, che si estendeva, della « Gjilh parija Shqyptare e mbledhun ne fushe té Kosoves ». (Fr. Gj. Pantalija).