— 204 — dei fieri nazionalismi balcanici. I Giovani Turchi vollero abbattere il comune nemico per ridare un’anima e una forma alla Turchia sottraendola al vergognoso controllo delle Potenze, e abbagliare con un colpo felice tutti gli spiriti nazionali che tendevano alla separazione e alla rivolta. La bomba in Albania scoppiò nella seconda metà del mese di luglio del 1908. Il giorno 26 di quel mese cominciò con grande illuminazione una serie di feste che riempirono il paese di una gioia irrefrenabile. Il Sultano aveva data Costituzione. Corbezzoli, proprio il Sultano Hamìd! Era un atto un po’ in ritardo, degno a ogni modo delle Grandi Potenze; tanto più simile a un prodigio quanto più inaspettato, e della cui sincerità nessuno pareva dubitare. Un Abdùl Hamìd dare la Costituzione, annunciare ai popoli i quali fino allora non avevano il diritto di riconoscersi, che •la quel momento avevano aperta la strada a tutte le libertà politiche di una nazione soggetta, era semplicemente enorme. E però di quei giorni tutti s’affratellarono e davan segni di mutua e fragorosa amicizia, Musulmani, Cattolici e Ortodossi, così che si era indotti a credere che tutti i cuori fossero mutati. Un vero miracolo. E non compresero che era una nuova manovra assai pericolosa, perchè la psicologia di un impero non si cambia dall’oggi al domani. Anche le montagne si commossero o furono commosse artificialmente, e vennero in fila le une dopo le altre a schiera a schiera, non solo per far atto di presenza o per curiosità ma per inneggiare con salve di fucilate all'aurora di tempi nuovi. Era un segno di accettazione; eran ricevuti dalla banda militare, e si recavano a sfilare davanti al Governatore e alle loro salve rispondevano quelle dei soldati. Tutti erano entusiasti, e guai a chi non ne parlasse bene! La libertà di pensare e di parlare cominciava fin da quei giorni a essere molto pericolosa. Tuttavia il cronista che riferisce questi particolari, termina i suoi appunti con un: « Vedremo; se son rose fioriranno ». E forse pochi altri per non dire nessuno si eran fatti questa riflessione che nasceva dalla natura delle cose. Di quei giorni in mezzo a tanto sciupio inutile di allegrezza, fu data la libertà perfino ai rei di delitti comuni. Il 28 settembre