— 143 — a Veglia e a Manatija e al Brogu i Matès che si lamentano dell’abbandono in cui si credono lasciate. Anche la Mirdizia lo vuole ma non l’ottiene che nei primi mesi del 1892, la vera e propria Mirdizia delle bandiere di Spa^i, e Oroslii; le tempeste non gli permettono di raccogliere Kalivare ad ascoltare la sua voce che non parla se non di cielo, ma si rifà un poco a Vigu. Rivedrà la Mirdizia di Qafamalit e di Kalivare, in maggio, dopo la Quaresima che lo volle ancora per Berisha e Iballja e le loro contrade lungo i profondi avvolgimenti del fiume bianco e nero, sempre antico e sempre nuovo. E sorge davanti a noi Pùlati, il nido delle aquile e degli avvoltoi, la rocca più formidabile della patria illirica rimasta non tanto nel sangue quanto nella lingua e negli usi di questo popolo. E ci sciorina avanti, come i gradini di una scala gigantesca, le varie tappe del missionario che va a lottare coi terribili geni del male annidati fra le rocce dolomitiche di quelle bellissime e formidabili montagne: Shakota, Suina, Dajca, Pianti, Pogu, Xhani, Kasneci. Intanto si è varcata la curva dell’anno 1892-93 e si discende alle parrocchie di Dushi, Vjerdha, Shkjezi, pel gennaio. Pùlati ci richiama lungo gli anfratti del torrente Kiri per riassalire il Dukagjini per Prèkali, Kiri, Shoshi e Shala. In quelle battaglie dello spirito, la strategia e la potenza del missionario raggiunsero la vetta. Ritorna ai quartieri di Scutari nel maggio, ma ai primi di luglio l’infaticabile atleta è di nuovo in campo: attraversa Pulti, Shala, Shoshi e penetra nei labirinti del Lumi i Shales per raggiungere Dushmani per le contrade di Ma-laxhi, Kajvallè, Kllogjen. E sembra miracolo che possa resistere a un lavoro così intenso nelle regioni più difficili e disagevoli, nelle parrocchie più vaste, nelle diocesi dove gli abusi e le passioni sono più formidabili. Poiché lo vediamo riaprire più profondo il solco della fede per la semenza delle buone opere nelle parrocchie di Prizrend, Ipek e Gjakova dall’agosto all’ottobre del 1893, e come se quel lavoro gli fosse servito di allenamento per più dure fatiche, da Gjakova per Bétyqi e Krasniqe discende a Raja, splendida vedetta sul Drir.o, e di là tenta menare i suoi