— 67 — lasciato libero. Una sola cosa io domando, di poter a suo tempo condurre liberamente il bestiame al pascolo nella tal montagna, senza che alcuno me lo contenda e mi costringa a venir di nuovo alle armi e a nuove uccisioni ». Si meravigliò il Principe e ammirò l’atto di virtù cristiana del nostro Khoti e disse: « Vi lodo di questo atto generoso che voi fate; voi avete fatto bene a perdonare per motivo di religione; ma io come esecutore della giustizia, so quel che debbo fare; quanto poi al pascolo, andate pure liberamente, come avete sempre fatto, perchè nessuno vi toccherà; voi siete sotto la mia protezione ». Immaginarsi l’allegrezza del buon montagnuolo che vedeva avverate le parole che gli aveva detto il P. Pasi. Del resto con la missione non solo si ottennero numerosissimi e splendidi perdoni, ma si rinnovò lo spirito di fede e la pratica religiosa e i ragazzi diventarono piccoli maestri di catechismo, e fecero risonare i campi delle loro innocenti canzoni d’amore e di pace cristiana. ■>. Missioni alle parrocchie di Kallmeti, Veglia, Rryezezi, Bulgri dal 7 febbr. al 4 aprile 1903. Con lettera 20 gennaio 1903 il P. Pasi faceva sapere a Mgr. Malczynski che finalmente poteva esporre il piano di Missione ideato per la sua diocesi. Due gruppi di missionari partirebbero da Scutari per cominciare contemporaneamente la Missione agli 8 febbr., gli uni a Kallmeti, gli altri nella vicina Merkinje, per procedere poi parallelamente i primi verso le montagne, gli altri lungo la pianura. Monsignore gli rispondeva con lettera del 26 che aveva appresa con gran piacere quella notizia e gli era di non piccolo conforto che il Padre cominciasse da Kallmeti dove la missione era richiesta in modo particolare da alcuni maneggi scandalosi che erano in corso anche contro l’autorità del Vescovo. Di che si trattasse non trovo alcun cenno. La missione era veramente necessaria anche per il fatto che da sette anni non ci s’era lavorato affatto, per cui il Clero, con il Vescovo a capo, l’avevano domandata. Questa volta non è il P. Pasi che ci rende conto del fatto, ma il suo compagno P. Chioccliini, e noi seguiamo il suo racconto spigolando.