CAPITOLO I. Le vili della Provvidenza: dalla culla al Noviziato. (anni 1847-1866). Nel luglio del 1914 si presentavano dal parroco di Erbezzo, D. Serafino Rossi, due persone venute da Scutari « perchè — dicevano — vogliamo vedere la casa dov’è nato il P. Domenico Pasi. Egli è passato ora a miglior vita, ma per noi è morto un santo ». Queste parole son l’espressione del sentimento comune, presso i cattolici albanesi che hanno conosciuto l’uomo che io vorrei far risorgere nella pienezza della sua vita mortale in queste pagine. Nella visita dei due pii scutarini alla casa dov’era nato Pater Deda noi vediamo congiungersi il principio con la fine, la culla con la tomba, riannodarsi insieme tutte le vicende di una vita piena di meravigliosa attività. Vorrei che la parola pronunciata dai due pellegrini fosse la sintesi e come un raggio di luce che emana da tutti i fatti che la storia ci presenta a traverso i documenti e le testimonianze. In tutte le cose dove c’è una forma di attività o di vita che si svolge, vi sono diversi fattori che bisogna considerare per comprenderne la natura, lo svolgimento, i fini. Nel seme di una pianta, vi sono già tutte le energie, che condurranno quella creatura fino al suo ultimo sviluppo. Se non che la messa in attività di quelle energie, e il loro svolgimento progressivo, dipende da quel complesso di azioni e reazioni esterne, che si comprendono nella parola « ambiente ». Quell’energia centrale, quella forma di vita produrrà sempre naturalmente suoi particolari effetti specifici, ma questi varieranno, dentro certi limiti, secondo le varie e successive influenze esterne.