— n — per cui da 15 esso manteneva 24 chierici con 6000 fiorini annui, il numero degli alunni era cresciuto nel 1882 a 28. Allora l’edificio che teneva i chierici era limitato alle due ali del vecchio locale che recinge anche oggi il lato nord-ovest della chiesa dei Padri, insufficiente e però anti-igienico. Già il P. Zamboni aveva pensato a un ingrandimento e ne aveva scritto al Cardinale di Propaganda Fide alla quale il Seminario appartiene. In conseguenza si era venuti nella decisione di aggiungere un piano alla casa che già c’era. Ma si trovò che i muri non l’avrebbero potuto sostenere e si pensò a costruire una nuova casa addirittura, quella che ora è l’abitazione dei Padri. Allora era già entrato in carica il nuovo P. Rettore. Nel 1885 la Sacra Congregazione contribuiva alla costruzione con 13.000 franchi; il governo austriaco con 12.000, e nel mese di maggio di quello stesso anno si collocava la prima pietra. Avrebbe però voluto il Console austriaco, pagando il sussidio per rate trimestrali, sopprimere quello di un trimestre. II P. Pasi domandò che gli si presentasse il decreto ministeriale, ma questo non venne mai, e si continuò a pagare al modo solito. Non bastando detta contribuzione alle spese, l’anno seguente Propaganda Fide dava altre 1000 lire, e l’Austria 4000 franchi; i Padri erano in grado di poter entrare nella nuova abitazione il primo di aprile. Non ho potuto rilevare da nessun documento che il P. Pasi abbia mai avuto delle serie difficoltà col governo austriaco protettore del culto e delle opere cattoliche. Una certa opposizione del detto governo era cominciata fin dal 1882 in occasione che si dovette domandare, pel rincaro dei viveri prodotto, probabilmente, dalla guerra, un aumento della pensione. L’Austria infatti, che aveva da principio approvato l’invio di Padri della Provincia veneta, quando quelle regioni le erano ancora soggette, mostrò poi di non gradire Padri italiani, poiché cominciò a considerarli come uno strumento, fosse pure involontario, della politica italiana che aveva preso a rivaleggiare con l’austriaca iti Albania, non fosse altro perchè propagavano una lingua contraria ai suoi interessi. Da quel momento si diede a favorire 10 sviluppo della lingua albanese e a esigere che s’introducesse 11 tedesco, inviando di preferenza padri tedeschi. Ripeto che