— 222 — mobili, ma forse per le solite lentezze burocratiche il Governo di Vienna non mandava mai nulla. Trovandosi il P. Pasi nuovamente a Roma nel giugno del 1897 il Cardinale stesso gli consegnò dal suo cassetto privato la somma di L.it. 7500, pari a franchi 7141,28, a patto che se il Governo austro-ungarico avesse passato la somma intera dovessero essere restituite. Al Ministero degli Esteri a Vienna però non si sapeva nulla di obblighi contratti per rimborsare le spese fatte pel riattamento dell’episcopio, quando il P. Pasi insieme col P. Provinciale ci si recarono appunto per gli affari di Scutari. La verità è che il Governo di Vienna essendo venuto a sapere che il P. Pasi aveva abbandonata l’idea di comprare un terreno a Prizrend per fabbricarvi una residenza, per cui aveva promesso 7000 franchi, si era poi ritenuto disimpegnato da ogni obbligo, se non che il 18 gennaio del 1899 il P. Pasi scriveva al M. R. P. Generale di trasmettere al Ministero austriaco i suoi doverosi ringraziamenti per 5000 fiorini che aveva elargito alla Missione Volante a titolo di limosina senza far cenno dell’ospizio di Prizrend. I Superiori pensarono di applicare tal somma per l’ospizio che si sperava aprire non appena fossero cessati i torbidi sorti e gli scandali avvenuti fra i cattolici di quella città. Ma l’ospizio non si potè aprire e il Cardinal Ledóchowski con lettera del 3 giugno 1899 esprimeva il suo parere che da quei 5000 fiorini si prelevasse la somma per cui la Missione era rimborsata delle spese fatte per i restauri per l’adattamento dell’episcopio di Scutari a casa dei Missionari. A ogni modo dico il vero che dai carteggi conservati non risulta chiaro quali passi e in che senso avesse parlato il Cardinal Prefetto all’Ambasciatore austriaco presso il Vaticano per sollecitare degli aiuti per la Missione Volante, e quali malintesi sien nati in tutte quelle trattative. Comunque sia la casa di Scutari si era aperta e vi erano passati ad abitare i sette missionari nell’autunno del 1895. Per Scutari non c’era più da pensare e anche oggidì essa rimane la casa principale della Missione (1). Esaminiamo un poco come andò l’af- (1) Naturalmente gli edifìci costruiti coi sussidi della S. Sede e dell’Austria rimanevano proprietà di Propaganda Fide.